Fra i vari prodotti alimentari che hanno subito dei forti rincari negli ultimi due anni, vi sono anche le uova. Lo denuncia il noto portale culinario Gambero Rosso, precisando come oggi le uova costino 1,87 euro al chilo all’ingrosso, che diventano 1,99 per quelle allevate a terra. Un’impennata definita “senza precedenti” tenendo conto che questo alimento, molto utilizzato sulle tavole degli italiani, a cominciare da tutte le massaie che sono solite fare in casa la pasta, ma anche dolci e molto altro, abbia visto lievitare il proprio prezzo (e non le torte), del 34 per cento nel giro di pochi mesi, visto che tale dato è riferito allo scorso agosto 2024, quindi solamente tre mesi or sono.
Ma come mai questo aumento vertiginosa dei prezzi dell’uova? Cosa è successo? La colpa, sempre secondo Gambero Rosso, sarebbe dell’aviaria, l’influenza che sta interessando il pollame e non solo, e che si sta diffondendo piano piano in tutta Europa, arrivando quindi a minare la stabilità del mercato italiano nonché i prezzi di vendita.
UOVA, RINCARI DA RECORD: +7% SU BASE ANNUA
Ad ottobre, mese da poco passato, le uova italiane sono aumentate del 7 per cento se si prende in considerazione l’ottobre dell’anno passato, 2023, dati forniti dalla CUN, la commissione nazionale delle uova. Tra l’altro già l’anno scorso si denunciavano prezzi schizzati alle stelle, di conseguenza se si paragona il prezzo delle uova del 2024 a quello del 2022, gli aumenti appaiono ancora più vertiginosi.
Secondo Gambero Rosso il prezzo in crescita lo si deve anche ad una ripresa “fisiologica degli acquisti”, visto che i consumi solitamente in autunno aumentano, soprattutto perchè sono di più le persone che cucinano in casa a differenza invece di quanto avviene in estate dove si tende ad usare di meno i fornelli e il forno, affidandosi a cibi più “freschi”.
UOVA, RINCARI DA RECORD: I FOCOLAI DI AVIARIA IN ITALIA
A ciò si è aggiunta la produzione di uova in calo, e alla fine la bomba “è esplosa”. La causa maggiore va però ricercata nell’aviaria e secondo i dati forniti dall’Ue, sono stati ben 128 i focolai dell’influenza nei vari allevamenti da inizio anno, e di questi ben 48 sono stati registrati nei mesi di settembre e ottobre, di cui 17 in allevamenti di galline utilizzate appunto per le uova. In Italia i focolai sono stati 10 ad ottobre soprattutto in Emilia Romagna, nella provincia di Ferrara, dove ben 800mila galline dovranno essere abbattute a seguito appunto del contagio.
Ecco perchè è fondamentale un intervento di Bruxelles che possa sostenere le aziende che stanno registrando gravi perdite e nel contempo, favorendo un rimbalzo della produzione nel 2025, pena il rischio di un nuovo aumento dei prezzi dopo i rincari dei listini degli ultimi due anni. Staremo a vedere quello che accadrà di qui a breve con la speranza che la situazione possa finalmente risolversi.