Il match blindatissimo di Nations League fra Francia e Israele, a Parigi, si è svolto senza incidenti. O quasi: nei dintorni dello Stade de France si è comunque radunato un corteo pro Pal. Ma soprattutto, già giovedì sera il centro di Parigi era stato teatro di scontri violenti fra gendarmi e manifestanti poco lontano da un gala di raccolta fondi pro Israele. Per la precisione: l’ospite d’onore atteso era il ministro delle Finanze Bazalel Smotrich, estremista nazionalista nel governo Netanyahu, gran sostenitore della guerra di Gaza e dell’annessione dei Territori. A promuovere l’evento erano stati, secondo i media, ambienti dell’estrema destra francese.
Neppure gli incidenti antisemiti di Amsterdam – una settimana fa, dopo la partita Ajax-Maccabi – si sono calmati subito. Nuove manifestazioni si sono svolte nella più grande città olandese a dispetto dei divieti delle autorità. Gli arresti sono stati centinaia, ma – soprattutto – hanno innescato la drastica decisione del governo olandese di sospendere l’accordo di Schengen, con una sostanziale richiusura delle frontiere del Paese all’interno della Ue, almeno fino a metà 2025.
La finalità prima annunciata è stata la prevenzione dell’ingresso in Olanda di potenziali terroristi (anche in veste di richiedenti asilo), con un’attenzione particolare a quelli islamici e al più vasto bacino dell’antisemitismo. La stretta è stata deliberata dal governo presieduto da Dirk Schoof, che non ha avuto dubbi nell’etichettare subito gli incidenti di Amsterdam come “atto di odio antisemita”, meritevoli dunque un provvedimento eccezionale contro gli ingressi incontrollati.
Schoof è un premier-tecnocrate proveniente dagli apparati di sicurezza interna ed estera: è stato fino al luglio scorso il capo dei servizi di intelligence dell’Aja (e prima ancora capo dell’antiterrorismo, direttore della sicurezza interna e capo dell’agenzia statale per l’immigrazione). Schoof è stato scelto da una maggioranza imperniata sul “Partito della libertà” (destra sovranista e anti-immigrazione) di Geert Wilders, vincitore delle ultime elezioni; sul nuovo “Partito degli agricoltori” (destra anti-Ue verde); sul Vvd (i popolari dell’ex premier Mark Rutte, oggi segretario generale della Nato) e sui centristi di “Nuovo contratto sociale”.
I fatti di Amsterdam sono stati comunque la scintilla di nuovi focolai antisemiti in tutta Europa. Non da ultimo in Italia, dove già sabato scorso solidarietà alle proteste filo-palestinesi in Olanda era giunta da Milano: da un corteo della sinistra antagonista, mentre altri black bloc assalivano a Bologna un corteo di Casapound. E non è stato per pura coincidenza se al caso Amsterdam abbia voluto riservare una nota estremamente preoccupata anche l’Unione delle comunità ebraiche italiane (Ucei).
L’Ucei ha lamentato un ennesimo caso “violenza persecutoria e mirata di odiatori pro Pal e radicalizzati islamici, con alcuni appartenenti alle forze dell’ordine inerti”. L’Unione presieduta da Noemi di Segni ha rivolto un appello “per il rafforzamento delle norme volte a sradicare violenza generata dal fondamentalismo religioso e abuso delle libertà fondamentali”. Una sollecitazione particolarmente energica rivolta ai media “perché cessino distorsioni, informazioni mendaci ed omissive che offrono giorno dopo giorno un assist proprio al terrorismo che si avvale della demonizzazione di Israele e gli ebrei in generale”. Un riferimento verosimile è andato a una puntata di Report trasmessa su Rai3 il 2 novembre scorso, già oggetto di una protesta ad hoc da parte della stessa Ucei.
Mercoledì, intanto, la senatrice a vita Liliana Segre è tornata a presiedere personalmente una sessione della Commissione straordinaria per il contrasto ai fenomeni di odio, razzismo e antisemitismo. Ospiti dell’audizione parlamentare sono stati i direttori dei Tg Rai: GianMarco Chiocci (Tg1), Antonio Preziosi (Tg2) e Pierluca Terzulli (Tg3). Al termine, Segre ha ringraziato i direttori, augurandosi che “i programmi delle tre reti siano il contrario dell’indifferenza che ho vissuto e che temo enormemente”. Dopo approfondimenti specifici sui rischi di propagazione di odio da parte dell’Intelligenza Artificiale, Segre ha ribadito “l’importanza della commissione da me fortemente voluta” e ha parlato di un “nuovo andamento”.
Nel frattempo è iniziato il lancio del docufilm Liliana dedicato alla senatrice 94enne, testimone ormai internazionale della Shoah. Il film – prodotto da Ruggero Gabbai e dalla sua Forma, in collaborazione con Rai Cinema – è stato presentato in anteprima al Festival del Cinema di Roma, ma è salito alle cronache anche per il rifiuto preventivo del gestore di un cinema di Milano, timoroso di incidenti. Il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, ha tuttavia subito reagito preannunciando la proiezione di Liliana in tutte le scuole: prevedibilmente a cavallo del 27 gennaio prossimo. L’obiettivo culturale è quello di sancire il valore “costituzionale” della Memoria della Shoah, rappresentato dalla senatrice a vita nominata da Sergio Mattarella. Un valore che il governo Meloni continua evidentemente a considerare non negoziabile, esattamente come la posizione dell’Italia a fianco del governo israeliano. Sulle piazze della sinistra – sulla scia della crisi mediorientale – è invece in corso da molti mesi un’azione di sostanziale ri-negazione e demolizione del valore assoluto della lotta all’antisemitismo.
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