Omicidio Serena Mollicone, cronaca di un crimine senza colpevoli: chi ha ucciso la 18enne il 1° giugno 2001, in provincia di Frosinone? La domanda è senza risposta nonostante i 23 anni trascorsi dai fatti, da quando il corpo di Serena Mollicone fu trovato in un boschetto dell’Anitrella diverse ore dopo la scomparsa. Per la sua morte sono finite a processo diverse persone e tutte sono state assolte, ma l’assassino è un fantasma che continua a sfuggire alla giustizia e ancora oggi insistono pesantissime ombre sulla ricostruzione di cosa è successo alla giovane studentessa.
Il padre, Guglielmo Mollicone, si è spento dopo una lunga battaglia senza esito per arrivare alla verità. Ora la sua famiglia continua a lottare per trovare il responsabile o i responsabili di questo atroce crimine, impresso nella storia italiana come il “delitto di Arce”, uno dei casi più inquietanti della cronaca nera.
Omicidio Serena Mollicone: la ricostruzione del delitto di Arce
Serena Mollicone uscì di casa il 1° giugno 2001 dopo aver salutato il padre Guglielmo, in una giornata come tante in attesa di sostenere l’esame di maturità, per andare a fare un esame radiografico. Il suo mancato rientro fece scattare l’allarme nei familiari, e le ricerche durarono due giorni.
Il 3 giugno seguente, il terribile epilogo: il cadavere di Serena Mollicone fu rinvenuto in un bosco di Fonte Cupa, ad Anitrella, ad alcuni chilometri di distanza da Arce. Mani e piedi legati con fil di ferro, un sacchetto della spesa in testa sigillato con del nastro adesivo. Serena Mollicone sarebbe morta per asfissia dopo una lenta agonia. Secondo l’autopsia, qualcuno le avrebbe fatto sbattere il capo contro una superficie liscia e poi l’avrebbe lasciata morire con quella busta di nylon a impedirle di respirare. Secondo l’anatomopatologa Cristina Cattaneo, incaricata di una consulenza medico legale dalla Procura di Cassino, la ragazza morì lo stesso giorno della sparizione, verosimilmente tra le 13 e le 20:30 di quel 1° giugno, e “poteva essere salvata” perché il decesso non fu immediato: “L’agonia è durata da una a dieci ore“.
L’omicidio di Serena Mollicone senza un colpevole
Il caso di Serena Mollicone è tuttora irrisolto. Nel 2024, in secondo grado è arrivata la conferma dell’assoluzione per Franco Mottola, ex comandante della caserma di Arce (dove il brigadiere Santino Tuzi, poi morto suicida, disse di averla vista entrare quel giorno), per la moglie Annamaria e per il figlio Marco Mottola. Assolti anche i carabinieri Vincenzo Quatrale e Francesco Suprano, in servizio nella stessa Stazione al momento dei fatti.
La famiglia di Serena Mollicone ha annunciato che non si fermerà finché non si arriverà alla verità per dare giustizia alla giovane vittima: “Andremo in Cassazione“. Secondo i giudici, non c’è prova del coinvolgimento dei Mottola nella morte della 18enne e, allo stato attuale, gli elementi portati dall’accusa non consentirebbero di emettere una sentenza di condanna “oltre ogni ragionevole dubbio”. Mistero fitto anche sul movente, che la Corte d’Assise d’Appello di Roma avrebbe definito “evanescente”.