L’ITALIA HA VINTO LA BJK CUP 2024: ALTRO CAPOLAVORO AZZURRO
Alla fine, l’Italia ha vinto la BJK 2024. Il torneo di tennis femminile per nazionali è ancora nostro: quinto trofeo in bacheca, a undici anni dall’ultima volta. Trait d’union: c’era già Sara Errani, con la differenza che all’epoca era una delle migliori giocatrici al mondo anche nel singolare mentre oggi, che di anni ne ha 37, fa da chioccia alle più giovani connazionali ma risulta ancora decisiva nel doppio, con Jasmine Paolini. Dopo la medaglia d’oro olimpica è arrivata un’altra affermazione importantissima, quella nel match decisivo contro la Polonia: vendicata così l’amara esperienza alle Wta Finals, ma il punto qui è che l’Italia del tennis non si ferma più.
Quest’anno abbiamo incamerato, tra singolare e doppio, almeno una finale in ogni Slam; due li abbiamo portati a casa con Jannik Sinner. Ecco: se l’altoatesino, da oggi impegnato nelle finali di Coppa Davis – vinte l’anno scorso – è la punta dell’iceberg, la realtà è che tutto il nostro movimento sta crescendo e, per una volta (spesso non è accaduto), uomini e donne vanno di pari passo. Sarebbe anche difficile riassumere per filo e per segno quello che sta succedendo, non è nemmeno la sede adatta e allora ci concentriamo su queste magnifiche ragazze che, alla presenza di una Billie Jean King scatenata sulle note di YMCA, hanno portato a casa il trofeo più ambito per nazionali, con la possibilità di replica da parte dei ragazzi.
IL SEGRETO DELLA VITTORIA DELLA BJK CUP 2024
L’Italia che ha vinto la BJK Cup 2024, ci sentiamo di dirlo, deve il suo successo a una giocatrice: Lucia Bronzetti. La romagnola ha iniziato tardi a giocare a tennis: girava per i tornei senza troppi soldi – papà era un vigile del fuoco, ha avuto il suo momento splendente lunedì quando Tathiana Garbin le ha affidato il primo singolare contro la Polonia, dopo che Elisabetta Cocciaretto aveva perso contro la giapponese Ena Shibahara nei quarti. Non un’investitura da poco: la Bronzetti non aveva mai giocato un singolare di Billie Jean King Cup, solo il doppio. Eppure non ha tremato, battendo in due set Magda Linette: è stata la vittoria decisiva, quella che ci ha permesso di arrivare al titolo.
Come? Semplice: perdendo quel match, l’Italia sarebbe stata eliminata perché poi, come da previsione, Jasmine Paolini ha ceduto a Iga Swiatek. Il match davvero decisivo era quello di Lucia: sapevamo sarebbe stato così, la Bronzetti lo ha vinto e ha consegnato a Errani e Paolini un doppio da super favorito, vinto infatti nonostante si sia dovuto rimontare da 1-5 (splendidamente) nel secondo set. Da lì in poi la strada era spianata: la Slovacchia, in finale dopo 22 anni e totalmente a sorpresa, non aveva le armi per opporsi all’Italia, si era qualificata battendo nazionali inferiori e con una Rebecca Sramkova in formato super, con grande rimonta su Katie Boulter nella sfida alla Gran Bretagna. L’Italia però era superiore: Bronzetti, confermata nel primo singolare, ha vinto nettamente e l’opera l’ha chiusa Jasmine Paolini, schiantando appunto la Sramkova.
IL FUTURO DELL’ITALIA
Vendicata dunque la finale persa un anno fa contro il Canada, l’Italia ha vinto la Billie Jean King Cup 2024 e questa è una straordinaria dedica anche a Tathiana Garbin, il nostro capitano che l’anno scorso combatteva una battaglia ben più importante e, da Malaga, era stata ricordata anche dal sempre attento Jannik Sinner. La Garbin, lei pure ex giocatrice, ha saputo plasmare un gruppo che si è compattato, ha puntato sulle giovani e le ha fatte crescere. Il doppio Errani-Paolini che ha sbancato le Olimpiadi, la lucchese numero 4 Wta e con due finali Slam consecutive, una Bronzetti in grande spolvero; magari non è un momento straordinario per Elisabetta Cocciaretto e Martina Trevisan (che due anni fa era in semifinale al Roland Garros) ma si sa, il tennis è anche questo.
Il futuro insomma sembra essere luminoso, ma dipenderà anche dalle nuove generazioni: sicuramente a livello federale bisognerà essere bravi nel coltivare il talento, non sempre poi le ciambelle riescono col buco e bisogna ricordare che, dopo lo straripante decennio della generazione d’oro e delle quattro Fed Cup, l’Italia del tennis femminile ha vissuto un periodo buio nel quale proprio la Slovacchia ci aveva addirittura mandato ai playoff per non retrocedere nei gruppi interzona, cioè alla periferia dell’impero. Ora che siamo tornati al centro della galassia non bisogna dare per scontati questi risultati, ma continuare a lavorare: la stagione di Paolini e delle azzurre finisce qui, ma quella nuova è già dietro l’angolo.