In questi giorni si sta mettendo a punto la bozza della legge di bilancio 2025, che dovrà essere pronta entro il 31 dicembre 2024. Il Governo intende anticipare a prima di Natale. Molti gli emendamenti e le proposte avanzati, nonostante anche quest’anno la manovra dovrà fare i conti con risorse piuttosto risicate da riuscire a distribuire tra i vari settori. Anche da parte degli atenei sono state fatte presenti alcune necessità, con una espressa richiesta di risorse.
Come apprendiamo dall’Ansa a lanciare, tra tutti, un appello è stato il rettore dell’Università di Macerata John Mc Court: l’80% delle spese viene destinato al pagamento degli stipendi del personale. Questo è risultato degli scatti stipendiali e degli adeguamenti Istat, portando le università ad avere tutto sulle loro spalle, con fondi PNRR che, come ha avvisato lo stesso rettore, nel giro di un anno mezzo saranno finiti, non potendo quindi più attingere nemmeno da queste risorse.
UNIVERSITÀ: QUALI PREVISIONI IN LEGGE DI BILANCIO?
I sindacati già da alcune settimane avevano fatto notare come la legge di bilancio 2025, in base all’impostazione attuale, ha previsto tagli a danno delle università. La scure si è abbattuta in particolare sul FFO, il Fondo di Finanziamento Ordinario destinato agli Atenei per le spese di personale e di funzionamento. C’è chi parla di ‘demolizione’ del sistema universitario pubblico, su cui il Governo sembra andare dritto senza ripensamenti.
Su questa linea l’appello del rettore dell’Università di Macerata, che ha reso noto come sembra esserci dialogo con la Ministra Bernini. Ma ciò non basta. Si attendono risorse in manovra e adeguamenti stipendiali che non pesino sulle spalle degli stessi atenei, oltre ad un piano coordinato per i prossimi anni che punti anche a rendere le università più attrattive, anche sul fronte internazionale. Senza questi interventi gli atenei ne potrebbero risentire pesantemente, comportando una brusca frenata su ciò che in questi anni si è provato a fare.