È un ricordo quello della figlia Patrizia dolce e tenero, incentrato più sul lato umano ed impegnato nella salvaguardia degli oceani di quel Enzo Maiorca che nel 1988 incassò il record mondiale di apnea – scendendo senza bombole fino a 101 metri di profondità marina – prima di appendere la tuta da sub al chiudo, ma anche dopo aver visto morire davanti ai suoi occhi l’altra figlia, “Rossana, più piccola di me, a 45 anni per un tumore“: un racconto reso al Corriere della Sera di un Enzo Maiorca inedito che parte – non a caso – da quel vero e proprio “trauma del 1967” quando durante una battuta di caccia “arpionò una cernia robusta e combattiva” sentendo con la sua stessa mano il “battito del cuore” del piccolo pesce.
“Con quella storia – ricorda la figlia di Enzo Maiorca – spiegava che i pesci non sono animali dal sangue freddo, privi di sensibilità” additando nel suo piccolo “i banconi della pescheria [come] obitori” nei quali i pesci vengono lasciati per parecchie ore ad agonizzare nel disinteresse di chi mai comprerebbe “un vitello” dopo averlo visto “agonizzare”: un impegno civico che Patrizia ricorda essere alla base della “riserva dell’Area protetta del Plemmirio, a sud di Ortigia” salvata dal padre ed oggi presieduta dalla figlia; oltre che alla base di una brevissima parentesi parlamentare dalla quale uscì con l’unica certezza di “non contare niente”.
La figlia di Enzo Maiora: “Dopo la morte di mia sorella Rossana, papà non ha mai smesso di sentirla vicina”
Indagando sull’aspetto privato di Enzo Maiorca, la figlia ci tiene a mettere in chiaro che la sua breve iscrizione alla Loggia massonica Archimede fu sempre ritenuta dallo stesso campione d’apnea “un errore” legato alla sua semplice “curiosità culturale” che venne soddisfatta “in fretta, senza mai trarne vantaggi”; ricordando anche quel 1974 in cui perse per un soffio il record d’apnea: “La Rai – ricorda la figlia – mandò Enzo Bottesini a filmare sottacqua”, ma per una semplice inezia “si mise nel mezzo e mio padre finì con una capocciata sulle sue bombole” chiudendo la gara e riemergendo sbottando “con due bestemmie”, ottenendo in cambio – rivela – solamente di essere “cancellato dalla Rai [che] per due anni non parlò più di lui“.
Un vita serena e felice, almeno fino alla morte della figlia più piccola Rossana, dopo la quale Enzo Maiorca “si è ammalato di cuore. Ha continuato a cercare ovunque, soprattutto alla ‘Pillirina’, l’area in cui ci immergevamo”, tanto che un giorno “torna felice, la mano su un braccio: ‘Una farfalla s’è poggiata qui (..), era lei, Rossana è tornata’”; in quello che Patrizia ci tiene a mettere in chiaro non essere stato un episodio psichiatrico: “Lui – sottolinea – la sentiva davvero vicina“.