Un missile balistico intercontinentale non armato atomicamente solca i cieli della Russia e colpisce obiettivi ucraini con il solo fine di indicare alle potenze anglosferiche e ai loro alleati jagelloniani – estesi dal Mare Scandinavo-Baltico sino al cuore polacco, il cui sangue è mescolato alle terre nere ucraino-russe – che il tempo della guerra di scenario è terminato e inizia quello della guerra di sfondamento, come ci insegna von Clausewitz. Del resto le decine di migliaia di nordcoreani che combattono in Russia contro gli ucraini hanno di già segnato il tempo di una guerra che per terminare – secondo la cultura militare russo-sovietica, oggi capitalista e imperialista – non può che farsi universale. Solo così la guerra per procura si trasforma in guerra diretta sul campo e si può allora negoziare senza infingimenti per giungere a tirare una linea in terra e smettere di combattere: chi ha preso ha preso e tiene per sé il bottino e si traccia una riga nel terreno. Gli esempi imperituri nordcoreano seguito da quello vietnamita e vietnam-cambogiano insegnano a chi vuol imparare…
Il problema risiede nel fatto che mentre la Russia stringe attorno a sé gli alleati di blocco in una formazione che mira a distruggere il multilateralismo a parole ma unipolarista nei fatti propugnato a partire dalla seconda Guerra del Golfo da parte degli Usa (David P. Calleo docet) nel 2003, gli alleati suddetti cascano giù dai lati della zattera della guerra da ogni parte con tonfi e bagni di “mala tattica” che farebbero ridere se non si piangessero ogni giorno i morti.
Su tutto – come in un quadro del Goya “più nero” – il ghigno della Corte Penale Internazionale che mette sullo stesso piano il Pogrom genocidiario di Hamas e gli atti di guerra di uno Stato aggredito e circondato da un mondo antisemita, e che altro non fa che dividere gli avversari di una Russia che si rivela assai meno debole di quanto il suo squilibrio tra territorio e demografia faceva presupporre, grazie alla capacità di mantenere vecchie alleanze e di fatto allacciarne di nuove, come dimostra l’andamento della guerra.
Decisivo sarà il comportamento delle monarchie del Golfo, tessuto energetico e filiera decisiva della finanza mondiale. Mai come oggi il Grande Medio Oriente, forse più del Sole Asiatico a cui tutti guardano, è destinato tra le terre ucraine-russe e le terre ebraico-palestinesi a essere decisivo.
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