Dal 2010 ad oggi gli stipendi in Italia sono diminuiti. Mentre nel nostro Bel Paese i salari scendono del -8% in altri Paesi come la Germania aumentano del +14%. I dati sono stati riportati dopo un’attenta analisi emersa e approfondita nel 2022.
Il settore terziario è crollato del -8% in due anni, e quello del commercio segna dei numeri ancora più critici: -15%. In controtendenza è la produttività sul lavoro, la quale segna un buon +16,3% anche a fronte di questa crisi nel mondo del lavoro.
Stipendi in Italia in decrescita: ma gli utili ci sono
Sugli stipendi in Italia – almeno per il settore commerciale e terziario – è intervenuto Paolo Andreani, segretario generale Uiltucs, il quale ha preso in riferimento i dati pubblicati dall’Eurostat e Istat, e ha dimostrato che anche a fronte della pandemia da Covid 19 le aziende del settore hanno ricavato utili ingenti.
La critica mossa da Andreani alle aziende con utili da paura, fa riferimento ad aver contributo alla stagflazione e all’inflazione del Paese per non aver reinvestito nulla di quanto incassato né in strumenti ma soprattutto in aumento del salario (che avrebbe potuto migliorare il potere d’acquisto in tutto il territorio).
Un confronto impietoso
Uiltucs mette a confronto lo stipendio medio in Italia con quello degli altri otto Paesi tutti appartenenti all’UE (Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Spagna, Svezia). In classifica il nostro Bel Paese si piazza tra gli ultimi posti.
Il primo Paese che ha dei salari medi alti è la Danimarca, rispetto agli scandinavi gli italiani percepiscono 20.000€ annui in meno, 10mila euro in meno al confronto con i francesi e poco più di 1.000€ rispetto alla Spagna.
Il confronto mette in evidenza anche l’andamento degli aumenti e delle riduzioni salariali nei rispettivi Paesi. Ad averne la meglio sono i tedeschi e gli svedesi, i cui dipendenti hanno ricevuto negli anni un incremento stipendiale importante: il +14% dalla Germania e +15% dalla Svezia.
L’aumento in Germania è dovuto all’effetto dello stipendio minimo legale introdotto già da qualche anno (nel 2015). Mentre in calo gli stipendi in Italia e in Spagna, per altro gli unici due Paesi UE in cui si sono registrati dati critici.