Il Governo ha ampliato i beneficiari del bonus mamme 2024. Se prima potevano goderne soltanto le donne con i figli minorenni, adesso il benefit è esteso anche ai maggiorenni e ai figli adolescenti (a patto che risultano fiscalmente a carico).
Gli obiettivi del Governo sono sempre gli stessi: ridurre le disparità sociali ed economiche tra i lavoratori precari e chi ha un contratto di lavoro a tempo indeterminato, e colmare il gap di genere e aiutare anche le donne e mamme lavoratrici.
Bonus mamme 2024: come ottenerlo e cosa cambia?
Il bonus mamme 2024 può essere elargito ad un’ampia platea di beneficiari. Prima di tutto l’incentivo è esteso anche alle donne che lavorano e che hanno fiscalmente a carico un figlio (indipendentemente che sia adolescente, minorenne oppure maggiorenne).
In secondo luogo il requisito lavorativo è anch’esso molto ampio: possono richiedere il bonus le lavoratrici mamme autonome, le dipendenti (sia con contratto indeterminato che determinato), oppure le mamme in cerca di un lavoro o disoccupate.
Per tutte le categorie sopra indicare il reddito ISEE dev’essere massimo di 40.000€. In caso di problemi economici o laddove i nuclei familiari siano più numerosi, è possibile far richieste per l’accesso a particolari agevolazioni fiscali.
Bonus mamme 2024: come fare domanda
A patto di soddisfare tutte le condizioni richieste dal bonus mamme 2024, la domanda può essere richiesta autonomamente e direttamente accedendo al portale INPS. Ecco l’iter obbligatorio:
- Accedere al sito dell’ente previdenziale con CIE, CNS o SPID;
- Cerca la sezione dedicata all’incentivo per le mamme che lavorano;
- Compilare il modulo online e allegare i documenti richiesti.
La scadenza è fissata al 31 dicembre 2024, quanto alla somma verrà elargita in un’unica soluzione o in più mensilità (varia in base alle disposizioni).
Spese ammesse in misura
L’incentivo che adesso ammette anche le donne lavoratrici precarie, può essere utilizzato sia per coprire i costi sanitari (terapie, farmaci o visite mediche per i figli), comprare beni di infanzia (materiali scolastici, pannolini oppure vestiti) e per le attività extrascolastiche (corsi di lingua o sportivi).