In occasione della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, lo studio de La Volta Buona accoglie Gino Cecchettin – padre di Giulia Cecchettin, vilmente assassinata dall’ex fidanzata Filippo Turetta – per raccontare il libro scritto non solo per mantenere viva la memoria di sua figlia ma per sensibilizzare in maniera decisa su un tema oltremodo urgente e necessario. Molto toccanti le parole del genitore, inevitabilmente logorato da un dolore che mai avrebbe pensato di vivere: “Mi sono fatto tante domande e dato tante colpe, sia io che Giulia eravamo sicuri che non ci fosse nessun pericolo, anzi; lei si sentiva quasi in colpa. Non mi sembrava giusto invadere la sua privacy ma da genitore le domande rimangono, non mi darò pace pensando a se ho davvero fatto tutto il possibile per proteggere mia figlia”.
Nel libro scritto in memoria di sua figlia Giulia, Gino Cecchettin dedica una parte a suo figlio Davide; “Non ricordo di aver mai visto Davide in lacrime, è sensibile ma non l’ho visto piangere nemmeno quando è andata via la mamma….”. Questa una frase chiave che si ricollega alla forza del papà di Giulia Cecchettin di non perdere la bussola al fine di tutelare anche gli altri due suoi figli: “… Ho perso una figlia, ma non voglio perderne altri due”.
Gino Cecchettin: “La fondazione dedicata a mia figlia Giulia Cecchettin a supporto delle donne…”
E’ difficile trovare qualcosa di positivo in una tragedia simile, la scomparsa di Giulia Cecchettin è l’ennesimo caso di femminicidio che ha destato lo sconcerto e il dolore dell’intero Paese. Suo padre, Gino Cecchettin, non vuole però che la sua scomparsa resti vana come dimostrato dalla scelta di dare seguito ai suoi sogni partendo dai suoi ideali e principi per sostenere le donne nel contesto sociale. “Giulia non è più con noi fisicamente ma lo è nello spirito e nelle azioni; la fondazione a suo nome si ispira proprio ai suoi principi. Un progetto che vuole dare tanto alle donne, come le borse di studio per studentesse che possano sfruttare corsi che aprano maggiori opportunità di lavoro per superare il gap salariale”.