Con il conflitto in Ucraina che tra il via libera all’uso dei missili a lungo raggio e le nuove indiscrezione sull’invio di soldati europei scivola sempre di più verso lo scoppio della terza guerra mondiale, in casa NATO si iniziano a fare i conti sull’effettiva capacità dell’Alleanza atlantica di difendere efficientemente i confini occidentali: l’esito – forse scontato – è che stando ai numeri attualmente disponibili l’esercito della NATO non sarebbe in grado di resistere più di qualche mese ad un conflitto con una portata simile a quello in corso in Ucraina; il tutto ovviamente fermo restando che nella peggiore delle ipotesi, se il Cremlino rivolgesse le sue armi verso l’Occidente lo farebbe con un’intensità tale da ridurre ulteriormente la resistenza.
A parlare dell’ipotetica tenuta della NATO a fronte di un conflitto contro la Russia è stato un alto funzionario anonimo dell’Alleanza ai microfoni di Ansa che ha messo immediatamente in chiaro la “mutata realtà” della sicurezza europea per precisare – da un lato – che ci troviamo nel centro di una vera e propria “guerra di attrito” e che – dall’altro lato – ora più che mai “servono più uomini” rispetto a quelli attualmente riconosciuti dai modelli e dai trattati dei singoli paesi.
Il funzionario NATO: “Gli alleati devono trovare un modo per aumentare i soldati a disposizione”
“Dobbiamo riconoscere – ha spiegato il funzionario NATO ad Ansa – che veniamo da un’era in cui avevamo forze armate piccole [e] professionali” caratterizzate da alti costi e da numeri limitati che mal si conciliano alla “percentuale di perdite attuali in Ucraina” che farebbero durare l’esercito dell’Alleanza “fino al secondo o terzo mese di conflitto“: un allarma che è solamente fine a sottolineare che gli alleati dovrebbero “cambiare modello” e garantire all’Alleanza “i numeri di cui abbiamo bisogno”.
Dal conto suo il funzionario ci ha tenuto a sottolineare che la NATO non ha intenzione di fornire indicazioni ai paesi su quale strada percorrere per aumentare i numeri dato che si tratta di un aspetto “altamente politico” che può e deve essere deciso dai soli leader locali; ma tra le varie ipotesi plausibili per raggiungere il fondamentale obiettivo cita “la coscrizione, la coscrizione selettiva o la creazione di riserve più ampie“.