M5S SOTTO SCACCO DI BEPPE GRILLO (E DELLA FORZATURA DI CONTE): COSA SUCCEDE ORA PER LA COSTITUENTE
Il Movimento 5Stelle dopo l’Assemblea Costituente di domenica e dopo i risultati delle votazioni degli iscritti avrebbe dovuto catapultarsi verso il nuovo orizzonte senza più vincolo nei mandati, con il “campo largo” ad attenderlo e senza più un Garante “ingombrante” come Beppe Grillo. E invece passate 24 ore dal “bagno di folla” del PalaCongressi di Roma all’evento “Nova”, tutto è nuovamente tornato nell’orbita dello scontro e delle carte protocollate. Invece che prendere parola durante l’Assemblea Costituente per perorare la propria causa, il fondatore nonché ora principale nemico politico di Conte ha deciso di far valere le proprie prerogative da Garante ancora in carica (il “siluramento” infatti avrà valore solo dal prossimo Congresso).
E così Grillo ha inoltrato la richiesta formale di ripetere il voto della Costituente sulla piattaforma SkyVote almeno per quanto riguarda il quesito che riguardava l’abolizione o meno della figura del Garante M5s: se infatti il quorum complessivo delle votazioni era stato superato, il punto a favore di Beppe Grillo è l’elemento di voto sul “proprio” quesito salutato nei risultati dalla folla M5s come una “liberazione” dall’ingombrante fondatore ed ex comico. Sui 90mila iscritti che hanno partecipato al “licenziamento” del Garante domenica solo in 34.438, considerati pochi per raggiugnere la maggioranza assoluta degli iscritti che renderebbe valida la seconda votazione: occorre poi aggiungere infatti i 15.840 contrari al siluramento di Grillo, così come i 4mila circa che hanno seguito l’indicazione del fondatore di astenersi per boicottare una Costituente giudicata fallace nel porre una serie di riforme su mandati, nome e alleanze politiche.
Nei termini pratici dunque, Grillo chiede e ottiene, in quanto ne ha il diritto come Garante attuale, di rivotare alcune parti della Costituente, sfidando sul fronte formale i vertici del Movimento 5 Stelle che infatti reagiscono male, «E’ l’ultimo tentativo di agire in difesa di un proprio conflitto d’interessi». Nei prossimi giorni Conte ha già fatto sapere che avverrà una nuova votazione dall’esito però sempre più incerto in quanto il quorum potrebbe non essere raggiunto e a quel punto l’intero “castello” costruito dalla Costituente di Conte potrebbe crollare in pochissimo. A quel punto Beppe Grillo rimarrebbe Garante e proseguirebbe nella guerra interna di un partito sempre più ostaggio delle liti ai vertici e sempre meno opzionabile dagli elettori che già in tutte le ultime Elezioni (Europee e Regionali) hanno spesso preferito optare sul Partito Democratico o sulla sinistra radicale di AVS.
CONTE CONTRO GRILLO: “SABOTA E SCHIAFFEGGIA GLI ISCRITTI M5S. NON VEDO SCISSIONI ALL’ORIZZONTE”
All’attacco formale di Grillo reagisce il Presidente M5s Giuseppe Conte, prima con un post social e poi oggi con una lunga intervista sul “Corriere della Sera” piena di (comprensibile) livore per i bastoni tra le ruote messe da Beppe Grillo: «Noi preferiamo ancora e sempre la democrazia, la partecipazione, la vostra libertà di scelta. Dateci qualche giorno, e torneremo a votare sulla rete i quesiti sullo Statuto impugnati da Grillo». Lo definisce un ulteriore ed estremo «tentativo di sabotaggio» della Costituente, dando al Garante questa volta dell’”azzeccagarbugli” e proiettandosi verso il futuro del partito rinnovato nel suo Statuto.
Di contro però, Beppe Grillo non fa che mettere in pratica il ruolo designato per lui fin dall’inizio della nuova stagione di leadership del M5s con Conte alla guida: un Garante che ponesse argine ai tentativi di stravolgere un movimento politico nato 17 anni fa e già tormentato da mille divisioni, scissioni e cambi regole. Grillo non ha fatto altro che tirare alle estreme conseguenze il ruolo da lui incarnato e per cui era stato scelto: Conte scalpita e lo accusa di sabotare il M5s, ma potenzialmente il braccio di ferro può durare all’infinito se non si trova prima un compromesso. Intanto però i toni usati dall’ex Premier al momento sembrano tutto il contrario del terreno fertile per un accordo: «Grillo sta cancellando la sua storia e sta schiaffeggiando così palesemente tutti gli iscritti». La “clausola feudale” su cui va leva Grillo è però esistente all’interno del vecchio Statuto e giustamente viene fatta valere, in mancanza di un accordo tra le parti: Conte invece ribatte che si potrebbe mettere in campo un fastidioso contenzioso, superandolo però con la decisione di ripetere la votazione (se questo dovesse bastare però, come già spiegavamo qui sopra, ndr).
Il Presidente M5s infine sottolinea di non vedere comunque scissioni all’orizzonte, sebbene la vecchia guardia del Movimento (da Virginia Raggi a Danilo Toninelli) siano sul piede di guerra dopo la Costituente che ha sostanzialmente trattato da traditore il proprio stesso fondatore e leader anziano. Secondo lo storico avvocato dei “dissidenti” M5s Lorenzo Borrè, giunto dall’Adnkronos, la carta in mano di Beppe Grillo è ancora valida per poter potenzialmente cancellare la Costituente “Nova” di Conte: «dal riattivare il vecchio Statuto del 2022 fino a «rimettere in campo quanto deciso dal Tribunale di Napoli circa la sussistenza di gravi motivi per sospendere l’efficacia dell’approvazione dello Statuto e dell’elezione di Conte». In questo modo, qualora lo volesse, Grillo anche oggi potrebbe estromettere il leader del M5s dalla propria carica in un cortocircuito enorme visto che le votazioni del weekend hanno comunque dimostrato che gli iscritti di oggi puntano decisamente più sul “campo largo” designato da Conte che non sul ritorno alle origini idealizzato da Grillo.