Gli uffici obsoleti entro il 2030 vanno immediatamente ripristinati. Ad aver analizzato la situazione attuale è la Cushman & Wakefield con il suo report denominato “Rethinking European Offices 2030”. Nel documento sono contenute le informazioni sullo stato di ben 16 edifici in tutta l’UE.
Il report Rethinking European Offices 2023 mette in evidenza le criticità dello stato patrimoniale dell’Europa occidentale (specialmente quello italiano), facendo riferimento a numerosi uffici obsoleti in contraddizione con la volontà dell’UE di vivere in un mondo green e più sostenibile.
Uffici obsoleti entro il 2030: le città a rischio
Gli uffici obsoleti entro il 2030 dovranno essere ristrutturati o ripristinati. All’interno del documento Rethinking European Offices 2030 stilato da Cushman & Wakefield, sono state inserite le città il cui rischio di obsolescenza è molto alto:
Città | % Rischio obsolescenza |
---|---|
Milano | 86% |
Barcellona | 81% |
Stoccolma | 81% |
Parigi | 80% |
Madrid | 77% |
Amsterdam | 77% |
Londra | 76% |
Brussels | 70% |
Francoforte | 70% |
Berlino | 65% |
Lisbona | 64% |
Dublino | 64% |
Monaco | 60% |
Praga | 47% |
Budapest | 43% |
Varsavia | 40% |
Al primo posto – con una percentuale molto vicina tra le prime quattro città europee – c’è Milano, con l’86% di rischio che gran parte degli edifici e uffici lavorativi entro il 2030 dovranno essere completamente ristrutturati se non demoliti.
La trasformazione voluta dalla direttiva green risulterà particolarmente complessa. Adeguare gli edifici secondo quanto voluto dall’Europa non sarà facile, soprattutto per i costi ingenti ed esorbitanti da affrontare (anche a fronte di una totale riqualificazione energetica).
L’andamento dell’Europa orientale
La situazione in Europa orientale è diversa. Infatti nelle città di Praga, Budapest e Varsavia il rischio di avere uffici obsoleti è molto più basso. La media è del 41%, e questo perché rispetto all’Occidente, le città dell’Europa orientale negli ultimi dieci anni hanno rinnovato gli edifici.
In un’intervista al Sole 24 Ore l’amministratore delegato della società Dea Capital Real Real Estate Sgr, Emanuele Caniggia, ha spiegato che l’efficienza di un edificio dipende anche e soprattutto dalla gestione di esso.
Anche uno stabile in classe A con una mal gestione può risultare “fatiscente” ma soprattutto non efficiente e rispettabile nei confronti dell’ambiente. Dunque anche la questione “green” andrebbe contestualizzata ad HOC.