Il piano è stato reso noto da Interfax Ucraina, che a sua volta lo avrebbe avuto dall’intelligence di Kiev. Descrive il futuro dell’Ucraina secondo una proposta che i russi vorrebbero sottoporre anche a Trump. Prevede un Paese diviso in tre parti, vale a dire i territori occupati dall’esercito di Mosca, una parte centrale su cui governerà un esecutivo filorusso e una occidentale la cui gestione va definita con le nazioni confinanti, Polonia, Ungheria e Romania. Un progetto credibile in alcuni punti, osserva Marco Bertolini, generale della Brigata Folgore e comandante di numerose operazioni speciali in Libano, Somalia, Kosovo e Afghanistan, ma sostanzialmente fantasioso, frutto probabilmente della propaganda ucraina, che in questo momento ha bisogno di convincere la NATO della necessità di un suo coinvolgimento sempre più diretto. Un piano, quindi, che esiste solo sulla carta, anche se un eventuale collasso delle forze armate di Kiev potrebbe aprire scenari inaspettati per i russi, con la conquista di altri importanti territori.
Intanto continuano gli attacchi in territorio russo con i missili occidentali. Putin, per ora, non risponde, preferisce attendere l’arrivo di Trump, ma bisognerà vedere se gli USA vorranno alzare il livello dello scontro per provocare comunque un’escalation e rovinare i piani di pace del loro nuovo presidente.
Generale, è credibile il piano di suddivisione dell’Ucraina fatto trapelare in questi giorni?
Mi pare un po’ fantasioso. Non per quanto riguarda il fatto che la Russia si tenga i territori occupati, quanto perché prevede che una grossa fetta dell’Ucraina, quella centrale, debba avere un governo filorusso. Praticamente una situazione ribaltata rispetto a quello che è successo con Euromaidan. Sarebbe una sconfitta per la NATO. L’Ucraina occidentale, tra l’altro, così come è immaginata, è molto poco ucraina, abitata da polacchi, ungheresi e anche rumeni. Probabilmente quello sarebbe un contentino dato ai Paesi confinanti, che permetterebbe loro di ampliare non dico il territorio, ma l’area di influenza. È l’esca per rendere appetibile la soluzione a queste nazioni.
Ma la NATO potrebbe accettare una Ucraina centrale con un governo filorusso?
Non mi sembra ipotizzabile. Il chairman dei capi di stato maggiore dell’Alleanza Atlantica ha detto che bisogna prepararsi a colpire la Russia. Il sentimento generale, purtroppo, è quello di arrivare allo scontro con Mosca, non quello di concedere qualcosa. Spero che ci ripensino: l’impiego di armi come quelle messe in campo dai russi disegna una prospettiva preoccupante.
Il piano contiene comunque degli elementi di credibilità?
Due cose sono credibili: il fatto che le aree occupate rimangano alla Russia, e forse anche qualcosa d’altro, e che venga data la possibilità a Polonia soprattutto, ma anche all’Ungheria, di avere delle ambizioni in relazione alla parte occidentale del Paese. Una cosa del genere, del resto, l’aveva lasciata intendere Zelensky parlando con l’ex presidente polacco Duda. Così come il presidente ucraino ha detto di utilizzare pure le risorse minerarie, non ci vedrei niente di strano se permettesse agli altri Paesi di prendersi una parte di territorio, in cambio naturalmente di un sostegno che prosegua e che lo faccia sopravvivere.
Resta sempre il futuro della parte centrale che non convince?
Avere in quella zona un governo non ostile alla Russia per Mosca sarebbe un risultato eccellente, ma non vedo possibile per la NATO mandare giù un boccone del genere.
Per come stanno andando adesso le cose sul campo di battaglia, la Russia potrebbe acquisire una forza tale da poter imporre un piano così concepito, anche se al momento ci sembra irrealistico?
La Russia è in condizioni di provocare un collasso delle difese ucraine, nel Donbass soprattutto sta guadagnando parti consistenti di territorio a una velocità elevatissima. Se le cose dovessero andare male, gli ucraini potrebbero essere spinti a qualche concessione: potrebbero essere i territori occupati, forse la neutralità, ma non un governo filorusso.
Qualcuno pensa che ci sia la possibilità che la Russia conquisti tutta l’Ucraina. Può succedere?
Non è impossibile. Se venissero meno alcuni abitati fortificati, i russi potrebbero arrivare a Zaporizhzhia e Dnipropetrovsk. Da lì potrebbero proseguire con una certa sicurezza. Ma siamo nel campo delle supposizioni. Bisogna vedere se la Russia ha intenzione di provocare un’umiliazione del genere alla NATO, in tal caso diventerebbe molto più difficile trovare una soluzione. Insomma, non credo che questo piano abbia possibilità di essere implementato: non penso che si possa tornare a prima dell’Euromaidan, quando si sostituì Yanukovich con Poroshenko.
Il progetto fatto trapelare potrebbe essere semplicemente propaganda ucraina?
Potrebbe essere un piano per mettere di fronte la NATO a una prospettiva che per lei significherebbe una sconfessione totale, tanto che, per evitarla, si sentirebbe giustificata a intervenire. Il fatto che la notizia sia uscita da un’agenzia ucraina lo confermerebbe.
Insomma, il solito tentativo di “tirare dentro” ancora di più la NATO nella guerra?
Gli ucraini, nella loro narrativa sulla guerra, alternano messaggi contrastanti. A volte ostentano grande sicurezza, in altre occasioni fanno il contrario, espongono tutte le loro ferite. Qui siamo in questa fase, cercano di convincerci che se non c’è l’intervento della NATO sono perduti. Il piano si inquadra in questa ottica.
Neanche Trump potrebbe accettare una prospettiva del genere?
Non so cosa voglia fare, lo scopriremo quando si insedierà. Non credo che sia in condizioni di offrire niente di accettabile ai russi. Se pensa a un congelamento della situazione e a un cessate il fuoco e basta, mi sembra un po’ poco. Putin vuole una nuova architettura della sicurezza europea. Trump dovrà superare resistenze interne non indifferenti: l’amministrazione americana è piena zeppa di personaggi graditi ai democratici e non li può licenziare in quattro e quattr’otto.
Che scenario possiamo immaginare allora per adesso?
Le operazioni andranno avanti, lo ha detto anche Lavrov. La NATO sta cercando di prolungare l’agonia dell’Ucraina anche con un’escalation, in modo che Trump sia impossibilitato a fare quello che ha annunciato. I russi, invece, cercano di guadagnare tempo, di ottenere risultati militari significativi prima che si insedi il nuovo presidente e inizi una qualche trattativa.
Intanto gli ucraini continuano a usare i missili occidentali contro il territorio russo. Putin prima o poi risponderà?
Putin ha fatto vedere che è in grado di intervenire con missili balistici ipersonici a medio raggio, però non credo che voglia provocare un’escalation: non farebbe altro che mettere Trump di fronte al fatto compiuto. Bisogna però vedere cosa succederà: se i danni dei missili occidentali rimangono limitati è un conto, se si va oltre un certo livello le cose cambiano. Putin potrebbe sentirsi obbligato a rispondere: occorre vedere fino a che punto arriverà la provocazione con le armi fornite da USA e UK.
(Paolo Rossetti)
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