IL CONVEGNO SULLA VITA IN UNIVERSITÀ STATALE DI MILANO INTERROTTO DALLE SIGLE DI SINISTRA: BESTEMMIE, INSULTI E CORI
“Fuori CL dall’università”: chi vi scrive lo sentiva in Università Statale a Milano già nei primi anni Dieci del Duemila e prima ancora a ritroso è dagli Anni Settanta del Novecento che cori, urla, grida, boicottaggi ed eventi interrotti dalla sinistra universitaria imperversano in diversi atenei d’Italia. Non solo contro i movimenti “non allineati” con l’opinione pubblica sinistrorsa, ma in generale contro chiunque rappresentasse un’idea o un valore diverso da quanto viene imposto dalle varie sigle tra UDU, centri sociali, Cambiare Rotta e quant’altro. E così tanto allora quanto oggi, il canovaccio è sempre lo stesso: a Milano in Via Celoria, presso l’Università Statale (area scientifica) il convegno “Accoglie la vita – storia di libere scelte”, organizzato da Lista Obiettivo Studenti vicina all’esperienza di Comunione e Liberazione Universitari, è stato interrotto e impedito nello svolgimento dall’invasione di una trentina di manifestanti che da giorni chiedevano di boicottare il dibattito.
Accoglienza dell’altro, testimonianze di donne che nel pieno delle disgrazie delle rispettive esistenze hanno scelto liberamente di “accogliere la vita”, esperienza dei centri di aiuto alla vita nei tanti casi di aborto: di questo e molto altro trattava il convegno organizzato in UniMi con svariati ospiti, dalla direttrice del centro “Aiuto alla Vita Mangiagalli” Soemia Sibillo alla neonatologa Chiara Locatelli (Ospedale Sant’Orsola di Bologna) fino alla ricercatrice Costanza Raimondi (Università Cattolica di Milano). Tutto questo è stato banalmente e nettamente impedito con l’ingresso all’inizio del convegno di un drappello di studenti (e non) appartenenti a Studenti Indipendenti, UDU, Rebelot, Cambiare Rotta, tutte le sigle che da settimane occupavano aree dell’Università in Città Studi per impedire il dibattito organizzato da CL. Il sabotaggio non solo è riuscito ma ha visto un autentico (e pietoso) show misto di insulti, cori da stadio e bestemmie contro i presenti, al grido di «ciellino non malato, ciellino aborto mancato» o appunto il «fuori CL dall’Università».
I ragazzi e i relatori di Obiettivo Studenti non hanno reagito, neanche quando alcuni manifestanti hanno versato acqua sui dispositivi elettronici (oltre ai microfoni) o quanto hanno cercato di provocare con urla e spintoni ai presenti nelle prime file. Se già la sigla “Nonunadimeno” aveva convocato un presidio il 26 novembre scorso in occasione del convegno «antiabortista», la rete della sinistra universitaria ha travalicato il giusto diritto di protesta, impedendo del tutto lo svolgimento del convegno e “zittendo” chi semplicemente provava a raccontare esperienze e storie, senza insultare nessuno.
IL COMUNICATO DI CLDS DOPO IL CONVEGNO A MILANO: “UNIVERSITÀ È LUOGO DI LIBERTÀ, OGGI È STATA CALPESTATA”
Al di là della corrente saltata assieme al riscaldamento per via del boicottaggio dell’impianto elettrico, quanto avvenuto ieri in Università a Milano rappresenta plasticamente l’ideologia atta a “cancellare” l’idea altrui contraria alla propria, con le isterie dei manifestanti di sinistra che provano a coinvolgere CL e le associazioni studentesche in un clima intimidatorio da “Sessantotto”. Invece che reagire con le mani o con le urla, la lista Obiettivo Studenti si è affidata ad un comunicato corposo in cui con pacatezza vengono esposti i fatti: il testo si conclude con una richiesta che chi di dovere in università possa quantomeno condannare il gesto che, se avvenuto a parti opposte, avrebbe trovato rapidamente le prime pagine di giornali, social e tv nazionali.
«Dopo 30 minuti in cui la situazione è rimasta invariata, sono stati costretti ad abbandonare l’aula più di trecento studentesse e studenti che durante l’intera aggressione sono rimasti dignitosamente in silenzio», spiega il comunicato di CLDS (Coordinamento Liste per il Diritto allo Studio-Obiettivo Studenti) ponendo il tema chiave non tanto nelle ignobili minacce, ma sulla questione di fondo della libertà di parola nella nostra società. Come ricordano Pietro Piva, Presidente CLDS, ed Elia Montani, coordinatore di Obiettivo Studenti-Statale Milano, l’università è e deve rimanere un luogo di libertà dove si ricerca la verità effettiva: «Noi vogliamo un’università che sia un luogo vivace di libertà per tutti, in un mondo in cui la libertà è tutto fuorché scontata. Oggi chi si autoproclama portavoce dei diritti di libertà ci impedisce di parlare con metodi totalitari». Una condanna netta, pacata appunto, ma franca nel concetto che contro l’ideologia l’unica vera arma è la libertà, non la vendetta: «Calpestare la libertà di espressione significa decretare la morte dell’università e della nostra società». La lista vicina a Comunione e Liberazione chiede che chiunque in Università Statale – dagli studenti ai professori fino ai vertici dell’ateneo – possano prendere posizione e condannare il gesto avvenuto al convegno sulla vita: oggi quel diritto alla libertà e al dialogo è stato negato ma questo non toglie l’impegno per costruire un’idea diversa di Università, un’idea diversa di società. Come chiede con fermezza e mitezza, al tempo stesso, la direttrice del CAV Mangiagalli Sibillo nel suo intervento su “Avvenire” dopo il convegno “boicottato“, «È questa la “libertà” che tanto invocate? Non far parlare?».