CAOS IN ROMANIA DOPO PRIMO TURNO ELEZIONI PRESIDENZIALI 2024
Le schede del primo turno delle elezioni presidenziali in Romania vanno ricontate: lo ha ordinato la Corte costituzionale alla massima autorità elettorale del Paese. La decisione è destinata ad aggravare la situazione di incertezza politica, visto che non sono stati certificati i risultati di domenica scorsa, quando il candidato indipendente anti-NATO Calin Georgescu aveva sopravanzato gli avversari, accedendo al ballottaggio con la liberale Elena Lasconi, la quale era riuscita a sconfiggere di soli 2.740 voti l’attuale primo ministro socialdemocratico Marcel Ciolacu.
Secondo gli osservatori, questa sentenza rischia di offuscare la credibilità delle istituzioni statali in vista di altri due scrutini. Inoltre, si aggiunge all’agitazione che circonda il processo elettorale in Romania, che ha in programma tre votazioni in altrettante settimane, voti cruciali per la direzione di un Paese che finora è stato filo-occidentale e si è rivelato un convinto alleato dell’Ucraina.
Non si può escludere che alla fine venga annullato l’esito del voto, secondo quanto riportato da Politico. La Corte costituzionale ha rinviato la sentenza al 29 novembre, ma nel frattempo ha appunto chiesto, votando all’unanimità, un riconteggio. Il capo dell’autorità elettorale del Paese, Toni Grebla, ha dichiarato che, una volta ricevuta la richiesta ufficiale, ci vorranno giorni per ricontare i voti. Il rinvio, arrivato dopo una riunione del tribunale a Bucarest che si è tenuta questa mattina, a livello pratico implica che i due candidati presidenti al ballottaggio non possano ancora iniziare la campagna elettorale.
ELEZIONI PRESIDENZIALI ROMANIA 2024, LE DUE DENUNCE
L’Ufficio elettorale centrale della Romania si riunirà questo pomeriggio per decidere le prossime mosse. Sono stati due dei 13 candidati iniziali alle elezioni presidenziali a chiedere mercoledì l’annullamento del primo turno, sostenendo che Save Romania Union, il partito di Lasconi, e la campagna di Georgescu abbiano commesso dei brogli. Uno dei querelanti è Cristian Terhes, europarlamentare che ha ottenuto solo l’1% dei voti domenica: questi ha sostenuto anche che alcuni dei voti di un altro candidato che si era ritirato una settimana prima delle elezioni e ha appoggiato Lasconi sono stati trasferiti illegalmente a lei.
L’altro ricorrente è Sebastian Constantin Popescu, che ha ottenuto lo 0,15% dei voti: questi accusato Georgescu di aver nascosto le fonti di finanziamento della sua campagna. Dal canto suo, il vincitore del primo turno ha affermato di non aver speso denaro per la sua campagna, ma l’autorità elettorale rumena ha presentato una denuncia alla polizia e ai pubblici ministeri per i manifesti elettorali che non fornivano alcuna chiara fonte di finanziamento. La richiesta di Popescu, però, è stata respinta dal tribunale, in quanto giunta troppo tardi, la denuncia di Terhes, invece, ha dato via a questa svolta.