NICOLA PIETRANGELI INVIDIOSO DI JANNIK SINNER? L’AFFONDO DI MASSIMO GRAMELLINI
Nicola Pietrangeli è stato per tantissimi anni la leggenda del tennis italiano, l’unico capace di vincere due tornei dello Slam (il Roland Garros nel 1959 e 1960) fino all’avvento di Jannik Sinner, oltre a tanti altri successi che lo hanno portato nella International Tennis Hall of Fame, dove ad oggi è ancora l’unico italiano presente. Eppure sembra soffrire il fatto che ora ci sia un campione che lo può oscurare, non fosse altro per il fatto che le vittorie dello stesso Sinner sono naturalmente l’attualità, mentre per ricordare i successi di Pietrangeli bisogna tornare parecchio indietro nel tempo. C’è di mezzo l’invidia? La pensano così in molti e un affondo molto duro è arrivato da Massimo Gramellini, giornalista del Corriere della Serache ogni giorno firma la rubrica “Il Caffè” per il quotidiano milanese.
Cos’è successo? Essenzialmente, dopo la vittoria dell’Italia in Coppa Davis naturalmente in molti hanno chiesto un commento a Nicola Pietrangeli, che non ha nemmeno citato Jannik Sinner, parlando solamente di Matteo Berrettini, per di più in toni non lusinghieri nemmeno per il romano: “Le due partite di Berrettini sono state bruttissime ma bellissime per il risultato che poi è quello che conta nella Davis”, ha affermato in una intervista per Il Messaggero. Nicola Pietrangeli non gradisce il tennis moderno: “Si gioca con i cannoni, noi giocavamo con le mitragliatrici. Chi riesce a tirare più forte, vince. C’è poco spettacolo vero, è tutto troppo veloce e non hai il tempo di pensare”, e Gramellini gli ha contestato proprio questo: “Adoro gli anziani e generalmente li preferisco agli adulti, tranne quando si atteggiano a monumenti, come l’ex campione di tennis Nicola Pietrangeli”.
NICOLA PIETRANGELI “MONUMENTO” CHE NON ACCETTA IL CAMBIAMENTO?
Il giornalista ha poi ulteriormente chiarito cosa intende definendo “monumento” Nicola Pietrangeli: in questo caso è una dedizione negativa perché si intende “chi non si arrende all’incedere delle generazioni e si mette sempre al centro della storia, irritato da ogni cambiamento che possa spodestarlo dal piedistallo”. Insomma, Pietrangeli è stato per almeno 60 anni il più forte tennista italiano della storia, non eguagliato nemmeno da Adriano Panatta, per cui adesso soffrirebbe il confronto con Jannik Sinner, che ha già pareggiato il conto degli Slam, ha raggiunto il numero 1 al mondo a differenza di Pietrangeli e ha ancora una lunga carriera davanti.
Gramellini fa quindi notare che Nicola Pietrangeli fino a un anno fa “parlava maluccio di Sinner: adesso, bontà sua, ammette che è diventato forte. Talmente forte che dovrebbe partire con un 15 di svantaggio in ogni game. Detto così, sembra un complimento. Ma, considerati i precedenti, non si sottrae al sospetto che Pietrangeli le stia studiando tutte, pur di trovare un modo di farlo perdere”. Nella polemica rientra anche il fatto che Pietrangeli non sia stato chiamato in campo al momento della premiazione, fatto su cui Gramellini commenta: “Vorrebbe essere omaggiato dai bersagli della sua invidia o, se preferite, del suo eccesso di sincerità. Lui può criticarli e ridimensionarne le imprese sulla base dell’unico metro di paragone che riconosce valido: sé stesso. E loro, i Sinner e i Berrettini, dovrebbero fare un passo indietro e lasciargli il centro della scena in cambio di una benedizione della quale, inopinatamente, sentono di poter fare a meno”. Di una cosa siamo certi: non finirà qui…