È una lunga intervista che spazia dall’attuale situazione geopolitica del mondo – tra la perdurante guerra in Ucraina e quella in Medio Oriente che ha superato il primo anno -, fino all’imminente insediamento di Trump alla Casa Bianca e alla risicata ed incerta maggioranza all’interno della Commissione europea quella rilasciata in esclusiva al Corriere dal neo eletto presidente del Consiglio UE António Costa che fin da subito ci tiene a mettere in chiaro che la sua imprescindibile missione è quella di “garantire l’unità tra i 27 stati membri” ascoltandone le istanze personali per “coordinarci” e giungere a compromessi.
Tre le priorità strategiche che António Costa mette sul tavolo: la prima è la difesa “dei nostri valori“, seguita dalla promozione “della prosperità” per arrivare – infine – fino ad un’ampia e strutturata azione “per la pace“; sottolineando di nutrire – a differenza del suo predecessore – un ottimo rapporto “personale e politico con von der Leyen” e dicendosi pronto anche a “lavorare molto bene insieme” alla premier italiana Giorgia Meloni – unica voce con l’Ecr ad aver votato contro la sua elezione – e a Viktor Orbán con il quale ricorda di aver sempre trovato “una posizione costruttiva” dopo ogni aperto scontro politico.
António Costa: “Dai cittadini, all’Ucraina e ai migranti, ecco le priorità della prossima legislatura UE”
Soffermandosi sul suo mandato, António Costa ci tiene a precisare al Corriere che la “priorità assoluta per tutti i leader è la migrazione” sulla quale è stato già approvato il nuovo patto che – allo stato attuale – deve essere solamente più sottoscritto da “cinque Stati”; il tutto nel mentre che “la Commissione ha il compito di presentare con urgenza una nuova proposta sui rimpatri” che imprima una svolta significativa alla questione.
Oltre ai migranti, l’attenzione di António Costa ricade anche sulla guerra in Ucraina per la quale sottolinea che “il nostro impegno sarà per tutto il tempo necessario e con l’intensità necessaria” anche a fronte dell’imminente insediamento di Trump con il quale promette di “parlare” al più presto per coordinare “le nostre posizioni sulla base dell’interesse comune, della nostra lunga alleanza e della nostra partnership”; mentre sul discorso – in parte – collegato degli eurobond per la difesa António Costa spiega che le mediazioni per trovare “un buon equilibrio” sono in corso con “molti [paesi] che hanno detto di non essere d’accordo, ma nessuno che dice che sono fuori questione“.
Sul più importante tema della competitività europea, António Costa si dice ad un buon punto per trovare i 160 miliardi pubblici indicati da Mario Draghi (tra gli 800 complessivamente necessari) grazie al recente patto firmato a Budapest che aprirà “nel 2026 all’Unione del Risparmio e degli Investimenti”, ma promettendo anche nel frattempo la Commissione lavorerà “anche ad un nuova strategia per il mercato unico“; tutto senza dimenticare che nel frattempo si darà anche maggior peso alla volontà dei cittadini grazie – tra gli altri – ad aspetti come il nuovo “commissario incaricato degli alloggi“.