Fatima aveva bisogno di un’ora di italiano, ma era arrivata al Centro di aiuto allo studio senza aver fatto la prenotazione. “Come mai?” le aveva chiesto la segretaria prima di cercare chi potesse aiutare la ragazza.
“Ho bisogno per i Promessi sposi – aveva risposto Fatima – oggi la prof ha parlato di fra Cristoforo e io non ho capito diverse cose”.
“C’è libero il prof Andrea” aveva detto allora la segretaria “è in quell’aula” e aveva indicato alla ragazza dove andare.
Fatima era entrata nell’aula e aveva trovato seduto al tavolo, nel centro, Andrea che stava leggendo.
“Posso?” aveva chiesto Fatima non volendo disturbare.
“Ciao, certo, che cosa c’è?” aveva allora chiesto Andrea, alzando la testa e dal libro e rivolgendosi alla ragazza. “Siediti e dimmi.”
Fatima si era seduta e aveva ridetto ad Andrea quello che aveva appena riferito alla segretaria.
“Hai chiesto alla prof? Le hai detto che non capivi?”
“No!”
“E perché?” aveva allora chiesto Andrea, non riuscendo a capire come mai la ragazza non avesse domandato spiegazioni.
Fatima aveva sorriso, pensando che da quel sorriso Andrea capisse, ma lui proprio non lo capiva e aveva insistito. In quel momento, mentre vedeva Fatima reticente, era entrata un’altra ragazza, Sara, anche lei egiziana, amica di Fatima.
“Che cosa succede?” aveva chiesto vedendo Andrea leggermente agitato e Fatima che si difendeva con un “non so” di fronte alle sue domande incalzanti.
“Chiedilo tu alla tua amica cosa succede!” aveva risposto determinato Andrea.
Sara allora aveva guardato Fatima e unendo le dita con un gesto eloquente aveva chiesto spiegazioni.
“Che cosa vuoi che succeda?” aveva risposto Fatima “siamo alle solite, oggi la prof ha spiegato di san Cristoforo e ha letto tante parole che non capisco come battesimo, cappuccino, novizio, pane del perdono, carità. Sì, in senso generale qualcosa sì, però ci sono cose che non comprendo. Andrea insiste e dice che io devo chiedere spiegazioni, ma a me sembra di essere fastidiosa.”
“Ho capito, succede anche in classe mia. Oggi proprio di Manzoni si tratta: il professore ha cominciato a parlare di Provvidenza pensando che tutti sapessimo cosa sia. Io ho alzato la mano e gli ho detto che non sapevo cosa fosse, quindi avrei desiderato che prima di proseguire mi spiegasse il senso di quella parola. Lui mi ha detto che avevo ragione e si è messo a spiegarmi cosa sia la Provvidenza.”
“Fatima – disse Andrea a quel punto – io penso che anche tu debba fare così, non preoccuparti se i tuoi compagni sbuffano e dicono “ancora!” perché si impara domandando. Proprio come ha fatto Sara!”
“Sì io faccio sempre così – incalzava Sara –, quando ho delle domande le faccio e così mi diventa non solo utile, ma interessante stare in classe.”
Fatima si era così trovata tra due fuochi, sia Sara sia Andrea le chiedevano di vivere l’ora di lezione da protagonista, e per questo la domanda è fondamentale, nasce da un contraccolpo e spinge ad imparare.
“Avvicinati – aveva allora detto Andrea – adesso ti spiego, ma la prossima volta, cioè da domani mattina, le domande che ti nascono falle! Hai capito? Non lasciare che la prof vada avanti senza le tue domande!”
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