La diretta odierna di Ore 14 – sempre in onda su Rai 2 con Milo Infante – è tornata ad occuparsi del caso della 31enne Daniela Ruggi misteriosamente sparita nel nulla dal 18 settembre scorso senza lasciare alcuna traccia: un caso singolare ed avvolto da una spessissima colte di misteri e dubbi che per ora non sembrano avere una possibile soluzione; il tutto reso ancora più complicato dalla delicata condizione mentale della stessa Daniela Ruggi, seguita dai servizi sociali comunali, senza un lavoro o un’entrata economica fissa e del tutto sola.
Le informazioni sulle ultime ore e giornate di Daniela Ruggi sono poche e frammentarie, partendo dalla certezza che proprio il 18 settembre venne brevemente ricoverata in ospedale in seguito ad un malore avvertito durante la visita giornaliera dei servizi sociali ed arrivando fino alle dimissioni registrate alle 15:15 dopo le quali la 31enne si sarebbe intrattenuta fino alle 18 all’interno della struttura, in attesa di ricevere un passaggio da un’associazione di volontari; mentre l’ultimissima informazione certa arriva dalla madre di Daniela Ruggi, che sostiene di averla sentita telefonicamente alle 8:30 del 19 settembre prima di perderne anche lei le tracce.
Il sindaco di Montefiorino: “Aiutare Daniele Ruggi era difficile perché rifiutava il supporto dei servizi sociali”
Presente nella trasmissione di Rai 2 il sindaco di Montefiorino Maurizio Paladini che per primo ha sporto denuncia in seguito alla sparizione di Daniela Ruggi “il 3 ottobre” dopo che gli assistenti sociali “mi hanno comunicato che avevano perso ogni contatto” con la donna 31enne: parlando di lei, la ricorda come “una persona molto fragile” alla quale era difficile dare consigli o suggerimenti perché “rifiutava l’aiuto dei servizi sociali” ed – addirittura – “lo temeva” per una non meglio precisata ragione.
Il sindaco – infatti – ricorda anche che nonostante Daniela Ruggi “sia stata in cura al centro di salute mentale per qualche periodo, non siamo mai riusciti ad introdurla in un percorso di assistenza e riabilitazione che le avrebbe anche consentito di avere qualche ristoro economico”, precisando che dal conto suo e da quello degli assistenti sociali “non sappiamo di cosa viveva” fuorché per il fatto che “le faceva la spesa la mamma e [che] per qualche tempo ha fatto l’assistente sui pulmini, poi siamo stati costretti a sollevarla dall’incarico per le sue condizioni. La vedevo – conclude il primo cittadino – nella sua solitudine alla ricerca di una propria vita ma nella consapevolezza delle difficoltà che avrebbe incontrato per la sua condizione”.