Per le feste gli italiani torneranno a spendere come prima del Covid. Lo stima l’Ufficio Studi di Confcommercio, secondo cui nel mese di dicembre le famiglie spenderanno mediamente 1.906 euro rispetto ai 1.788 euro di un anno fa. Questo, come ci spiega Augusto Patrignani, Presidente di Confcommercio della provincia di Forlì-Cesena, «grazie principalmente alla diminuzione dell’inflazione e al buon andamento dell’occupazione nel nostro Paese».
Ci sono, quindi, più redditi a disposizione delle famiglie?
Sì, se ci sono più occupati ci sono anche più redditi. Inoltre, il taglio del cuneo fiscale e il Bonus Natale aiutano le fasce meno abbienti ad avere una busta paga più pesante. Tra l’altro dicembre è il mese delle tredicesime e si stima che la quota destinata ai consumi, regali compresi, sarà del 10% circa superiore al 2023. Tutto questo, considerando anche l’andamento positivo della settimana del Black Friday a fine novembre, nonostante i problemi che ci sono stati per i pagamenti con moneta elettronica, fa prevedere un po’ più di vivacità nei consumi di questo mese e qualche segnale in tal senso lo si è già avuto nel fine settimana dell’Immacolata.
Tra le imprese del commercio, quindi, ci sono buone aspettative?
Non manca qualche preoccupazione riguardo lo scenario internazionale. Tuttavia, la stabilità politica interna, visto anche quel che sta succedendo in altri Paesi europei, credo trasmetti un po’ di fiducia, non solo alle imprese di tutti i settori, ma anche alle famiglie, che sono quindi portate a consumare di più.
Il previsto buon andamento di dicembre potrà portare qualche spinta positiva anche all’inizio del 2025?
Penso proprio di sì. Questo perché un clima positivo può generare un circolo virtuoso che si autoalimenta. Il che può anche convincere le famiglie a non propendere per il risparmio cautelativo e a non rimandare alcuni acquisti. L’economia, quindi, potrebbe trarne giovamento.
Sempre a proposito di 2025, il Governo ha rimesso mano alla Legge di bilancio per il prossimo anno introducendo un provvedimento chiesto dalle aziende come l’Ires premiale. Cosa ne pensa?
Se si concretizzasse sarebbe un segnale importante verso le imprese. Non che il Governo non sia attento a loro, anzi: mi sembra che dopo tanto parlare di lavoro, con questo Esecutivo sia diventato chiaro che la nuova occupazione non cade dal cielo, ma viene creata dalle imprese. Per il mondo imprenditoriale la vicinanza del Governo è importante ed è anche uno sprone ad andare avanti e a cercare di espandersi creando al contempo nuove opportunità di lavoro.
L’Ires premiale dovrebbe appunto cercare di favorire anche l’aumento della base occupazionale delle imprese o un miglioramento delle sue competenze.
Quando un’impresa investe lo fa per aumentare i propri ricavi. Questo è sì possibile attraverso nuovi macchinari che aumentano la produttività, ma anche aumentando il numero dei suoi dipendenti o le loro competenze tramite la formazione.
Quanti imprenditori sarebbero disposti a destinare una quota rilevante degli utili a questi investimenti per godere dell’Ires premiale piuttosto che metterseli tutti in tasca?
Gli imprenditori sanno benissimo che se loro imprese non vengono continuamente alimentate tramite gli investimenti rischiano di non avere futuro e di non poter crescere sul mercato. Se ci sono premialità per questi investimenti penso che saranno pochi quelli che si lasceranno sfuggire l’occasione di poter migliorare la propria situazione.
Ci sarebbe bisogno di qualcos’altro nella manovra per le imprese?
Sicuramente, a cominciare da maggior investimenti infrastrutturali. Tuttavia, il mondo imprenditoriale sa che le risorse a disposizione sono poche e che è importante cercare di mantenere in equilibrio il bilancio pubblico per il bene di tutti. L’importante è che non ci siano sprechi come in passato, quando sono stati dati soldi a chi non lavorava senza incentivarne realmente l’inserimento o il reinserimento nel mercato del lavoro.
La Bce ha tagliato ancora i tassi, dovrebbe continuare a farlo?
Sì, soprattutto se l’inflazione rimarrà ancora sotto controllo. Chi ha un mutuo o intende ricorrere al finanziamento bancario ne avrebbe giovamento e potrebbe avere qualche risorsa in più da destinare ai consumi aiutando la domanda interna e, di conseguenza, l’economia.
Recentemente si sta assistendo a un rialzo dei prezzi di gas ed elettricità. C’è il timore che ritorni lo spettro del “caro bollette”?
Il timore c’è, anche perché abbiamo una situazione geopolitica che continua a complicarsi e questo non aiuta a far scendere i prezzi delle materie prime energetiche. Speriamo, quindi, che il quadro internazionale migliori e che si spengano i vari focolai di guerra che non sono tanto lontani da noi.
(Lorenzo Torrisi)
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.