Tra meno di un mese per gli studenti all’ultimo anno del primo ciclo sarà tempo di iscriversi alla scuola superiore. Si tratta di un passaggio molto delicato che, in un qualche modo, prefigura per i giovani studenti la scelta di cosa fare da grandi e che spesso condiziona in modo significativo il percorso scolastico e le tappe successive nel mondo del lavoro e negli studi universitari. Da anni la tendenza delle iscrizioni ha registrato una predilezione sempre più diffusa per i percorsi liceali a scapito dell’istruzione tecnica e professionale, nonostante gli ultimi governi abbiano avviato per la filiera tecnico-professionale diverse riforme, da ultimo il modello 4+2 consistente in 4 anni di superiori più 2 anni di Istruzione Tecnologica Superiore (ITS) Academy.
Il dato delle iscrizioni evidenzia un paradosso tutto italiano, considerato che il mercato del lavoro premia i ragazzi in uscita dalle scuole tecniche che conseguono un diploma immediatamente spendibile, ancora di più se dopo il diploma completano la formazione in un ITS Academy oppure all’università. Allo scopo di supportare decisioni consapevoli e informate delle future matricole delle scuole superiori, soprattutto di coloro che puntano a un lavoro subito dopo il diploma, anche il ministro Valditara con una lettera ai genitori ha evidenziato i settori e i diplomi più appetibili sul mercato del lavoro.
I dati Excelsior (Unioncamere, MIM e AlmaDiploma) sottolineano l’importanza dell’orientamento e della formazione per colmare il mismatch tra domanda e offerta di lavoro. Nei prossimi anni, fino al 2028, se il trend delle iscrizioni alle superiori dovesse restare lo stesso, il nostro Paese rischia seriamente un overbooking per i liceali e una carenza significativa di circa 150mila diplomati tecnici rispetto alle richieste del mondo del lavoro. A titolo esemplificativo si evidenzia che tra i profili più “introvabili” spiccano i laureati in ingegneria elettronica e dell’informazione (74%), i diplomati ITS in ambito energia (87,5%), i diplomati del sistema moda (63,6%) e nell’indirizzo tecnologie del legno (71%). Per quanto riguarda gli ITS Academy gli ambiti più richiesti riguardano la meccatronica, le tecnologie dell’informazione e i servizi alle imprese.
I diplomi di scuola superiore più richiesti sono quelli dell’aera economica (amministrazione, finanza e marketing e turistico) e a seguire quelli di area tecnologica: meccanica, meccatronica e costruzioni, ambiente e territorio (in costante crescita). Pertanto, appare evidente l’importanza dell’istruzione tecnica per la crescita del nostro Paese. La questione è seria e va affrontata!
A mio avviso, sono necessari interventi di orientamento più efficaci che sostengano in maniera adeguata la scelta degli studenti e delle famiglie. Sarebbe sicuramente un vantaggio per i ragazzi se riuscissero a fare la scelta delle superiori sulla base dei tratti salienti delle proprie inclinazioni e degli ambiti disciplinari che più li appassionano. Gli adulti responsabili (genitori e docenti) dovrebbero essere capaci di fare emergere i loro interessi e le loro passioni per sostenerli e accompagnarli nella scelta, evitando di sostituirsi a loro. Invece, non di rado i suggerimenti sono condizionati da preconcetti e stereotipi diffusi e banalmente si finisce per indirizzare i ragazzi con risultati di apprendimento migliori ai licei, quelli con esiti inferiori ai tecnici, quasi che siano scuole più semplici, ed infine gli studenti più fragili agli istituti professionali e alla formazione professionale.
Ma non basta! Sono necessarie anche decisioni politiche più efficaci e coraggiose che valorizzino le esperienze sperimentali in atto, portandole a regime diffuso su tutto il territorio nazionale. Ciò vale in particolare per la sperimentazione della filiera tecnologico-professionale 4+2, introdotta con la legge 12/2024, avviata un anno fa e di cui è stato tracciato dal MIM un bilancio positivo a JOB&Orienta, il salone nazionale dedicato a orientamento, scuola, formazione e lavoro. Infatti, questo percorso di sei anni, suddiviso in quattro anni di formazione tecnica o professionale e due anni integrativi con gli ITS Academy, mira a formare “tecnologi”, figure professionali altamente specializzate e in linea con le esigenze del mercato del lavoro. In definitiva si vuole “creare un sistema educativo capace di formare tecnologi che possano affrontare il futuro con competenze adeguate e una visione integrata del mondo del lavoro”.
È evidente che questa nuova struttura mira a creare un continuum formativo che porti gli studenti a un livello di specializzazione superiore rispetto ai tradizionali percorsi quinquennali. Va comunque precisato che il percorso quadriennale rilascia un titolo immediatamente spendibile nel mondo del lavoro e consente l’accesso all’università e agli ITS Academy.
A livello nazionale lo sviluppo della filiera ITS Academy è supportato da un protocollo d’intesa firmato a giugno tra il ministero e la Fondazione per la scuola italiana che promuove la collaborazione pubblico-privato, incentivando gli investimenti privati nella scuola. La Fondazione, nata nel 2024, ha l’obiettivo di sostenere la scuola pubblica, in particolare nei settori con maggiore fabbisogno di competenze. Queste alleanze educative e formative costituiscono indubbiamente “un sistema integrato, in cui tutti gli attori, dalla scuola alle aziende, collaborano per preparare i giovani alle sfide tecnologiche del futuro”.
Anche nella Provincia Autonoma di Trento i dati percentuali delle iscrizioni agli istituti superiori sono in linea con quelli nazionali, in particolare per l’Istruzione liceale e tecnica. Il problema del mismatch tra domanda e offerta di lavoro nell’ambito delle professioni intermedie di tipo tecnico è altrettanto presente e significativo, nonostante la diffusa presenza sul territorio di istituti di istruzione tecnica, nonostante la prevalente specificità provinciale della formazione professionale e nonostante i diversi percorsi di Alta formazione professionale, di cui solo uno dell’istruzione tecnica.
Il percorso integrato ITS Academy al momento in Trentino non è ancora partito e mi auguro che al più presto possa entrare nell’ordinamento del sistema di istruzione e formazione provinciale. Sarà necessaria una riflessione politica e culturale per rimodulare l’attuale sistema formativo e pensare un nuovo sistema integrato in cui le scuole e i soggetti produttivi del territorio costruiscano relazioni e alleanze al fine formare “tecnologi”, figure professionali con una visione integrata del lavoro e che possano affrontare le sfide tecnologiche del futuro con competenze adeguate.
La sfida più che ambiziosa di questo percorso, a mio avviso, necessariamente deve partire dalla valorizzazione degli indirizzi tecnologici sperimentali quadriennali attivati in provincia di Trento. Mi sembra quasi naturale la loro evoluzione verso i percorsi integrati ITS Academy, in particolare nei settori più richiesti dal mercato del lavoro. Infine, va evidenziato che nei prossimi anni è richiesto un elevato numero di tecnici economici esperti e competenti nella pubblica amministrazione a causa delle innumerevoli imminenti collocazioni a riposo del personale attualmente in servizio. Tale dato è in linea con quello nazionale, ma forse, oltre a “spingere” le iscrizioni verso l’area economica indirizzo Amministrazione, Finanza e Marketing, sarà necessario anche prevedere un percorso, incardinato nell’istruzione tecnico-economica, di alta formazione per funzionari della pubblica amministrazione.
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