COSA DICE LA SUPERMEDIA DEI SONDAGGI POLITICI DI METÀ DICEMBRE, TRA IL CALO DI MELONI E L’ULTERIORE “ACCORCIO” DI SCHLEIN
Non è una fine 2024 semplicissima per Giorgia Meloni e per il Centrodestra, nel primo vero momento di perdita di consensi, quantomeno secondo le analisi dei sondaggi politici nazionali. Con una Manovra da portare a termine rapidamente e con uno scenario internazionale molto complicato (dove però il Governo Meloni rappresenta una dei pochi esempi di stabilità in ambito UE), gli scontri con le forze dell’opposizione e le polemiche con sindacati e magistrati mostrano una coalizione a Palazzo Chigi in “stallo” per quanto riguarda le fiducia degli elettori.
Soffermandoci un attimo sulla “Supermedia” YouTrend dei sondaggi politici pubblicati nell’ultima settimana, il nuovo “guadagno” netto di Elly Schlein sulla rivale Giorgia Meloni rappresenta un nuovo campanello d’allarme in casa FdI e più in generale per una maggioranza di Governo che vede nei soli Salvini e Lupi i partiti non in “down” in questo momento. Fratelli d’Italia è votato dal 28,5% degli elettori, perdendo lo 0,5% in due settimane, secondo l’analisi dei sondaggi politici “mediati” tra Eumetra (pubblicati il 5 dicembre), Euromedia (11 dicembre), Ipsos (30 novembre), Ixè (11 dicembre), Noto (3 dicembre), Quorum (9 dicembre), SWG (2 e 9 dicembre), e Tecnè (30 novembre e 7 dicembre). A seguire nei sondaggi elettorali, il Pd di Schlein – giunto in Assemblea Nazionale sabato con la nuova sfida lanciata al Governo sui temi di sanità, economia e lavoro – che recupera lo 0,4% alla Premier e si piazza al secondo posto nelle intenzioni di voto settimanali con il 23,6%: il M5s di Giuseppe Conte, sebbene confermi l’ambiguità di un ruolo tutt’altro che definito all’interno del “campo largo progressista” con i Dem, resiste all’11,5% davanti a Forza Italia di Tajani, in nuovo calo dello 0,2% e fermo ora al 9%.
COALIZIONI E SERIE GOVERNO, CENTRODESTRA CHIUDE IN CALANDO IL 2024: A SINISTRA SPERANO MA…
Rimanendo sulla Supermedia YouTrend dei sondaggi politici, la Lega attende l’esito del processo Open Arms sul loro leader Matteo Salvini e mantiene l’8,8% dei consensi su scala nazionale: a chiudere le intenzioni di voto “mediate” questa settimana troviamo un AVS in lieve difficoltà con il 6,2% dei consensi (calo dello 0,1%), e un tris dell’ex Terzo Polo tutti sotto la soglia del 3%. Calenda al 2,8%, Renzi addirittura triplicato dalla lista ecologista radicale di Fratoianni e Bonelli, PiùEuropa non oltre il 2,1%. Chiude i sondaggi politici il partito centrista di Maurizio Lupi, Noi Moderati, che resta in linea di galleggiamento con l’1% di fiducia personale.
In attesa di capire le evoluzioni di fine anno tra Manovra, snodo migranti e processi “politici” (su tutti, quello al leader della Lega), il Centrodestra registra un (lieve) calo anche nella fiducia generale come coalizione: secondo i dati raggruppati da YouTrend nella Supermedia del 13 dicembre 2024, la maggioranza del Governo Meloni ad oggi vale un 47,3% di consenso generale elettorale, ancora comunque sufficiente per battere i rivali del Centrosinistra in ipotetiche Elezioni Politiche a breve. Rispetto allo standard del 48% tenuto praticamente ininterrotto da dopo i risultati delle Europee 2024, il Centrodestra mostra qualche segnale di allarme non però direttamente sfruttato dal “campo largo” per un motivo molto semplice: Schlein punta sulla coalizione allargata progressista – che oggi varrebbe anche un 43,4% complessivo – ma il primo alleato interno, il M5s di Conte, è tutt’altro che incline a mantenere l’unità. Lo ha detto chiaro l’ex Premier oggi Presidente indiscusso del Movimento 5Stelle (dopo la “defenestrazione” politica di Beppe Grillo): il M5s non deve diventare subalterno al Pd, elemento però di forte “complessità” per una coalizione che ad oggi si basa quasi esclusivamente sulla “guida” dem per contrastare la destra di Giorgia Meloni. Senza i 5Stelle, i sondaggi politici danno il Centrosinistra al 31,8%, insufficienti anche qualora si unisse il 5-6% dell’area ex Terzo Polo: come a dire, Conte è decisivo e nonostante i sondaggi non brillanti resta ago della bilancia per la crescita della sinistra