ORAZIO RAGUSA ASSOLTO, LE MOTIVAZIONI
Accusato di violenza sessuale da una nuotatrice di 14 anni, Orazio Ragusa è stato assolto in primo grado con una sentenza che ha suscitato la durissima reazione della famiglia della ragazza. Nelle motivazioni, infatti, il racconto dello stupro fatto dall’allora giovane promessa del nuoto è per il giudice ascrivibile a un tentativo di attirare su di sé l’attenzione. In uno dei passaggi parla di “esigenza di voler apparire“.
Il legale che assiste i genitori della ragazza, che ora ha 17 anni, ha fatto sapere al Corriere che i suoi assistiti ritengono “scioccante” la sentenza e, per quanto riguarda le motivazioni, fanno notare che a venire messa sotto accusa è la giovane. La vicenda risale a tre anni fa, quando l’allora 14enne raccontò alla psicologa di essere stata convocata dall’allenatore, che nel 2021 era alla guida del team “Unione nuoto Friuli“, in una stanza d’albergo e di essere stata molestata dopo essere stata stesa sul letto.
La versione fu confermata nell’incidente probatorio e convinse la procura, che in abbreviato ha formulato una richiesta di condanna di 3 anni, che però è stata respinta dal gup.
PROCESSO A ORAZIO RAGUSA, “14ENNE NON ATTENDIBILE”
Il giudice dell’udienza preliminare ha ritenuto impossibile provare che Orazio Ragusa abbia una responsabilità penale ed evidenziato che il quadro delle prove emerso dall’inchiesta non solo è “farraginoso“, ma è anche “claudicante“. Nelle motivazioni della sentenza si muovono dubbi sulla ricostruzione della presunta violenza. Infatti, si legge che un’amica della ragazza e la vice allenatrice riferirono che era “avvezza a ingigantire e a voler essere al centro dell’attenzione“, a riportare “vere o finte relazioni sessuali davanti a tutti al fine di attirare l’attenzione“.
Il gup non ritiene sorprendente il fatto che il racconto della presunta vittima si sia concentrato sulle parti intime e sui contatti che caratterizzano i rapporti sessuali, solitamente ignorati dai bambini e dai ragazzi, “perché la giovane aveva già avuto rapporti sessuali“, motivo per il quale era stata al consultorio con la madre, da cui trae un riscontro sulla personalità della ragazza, che avrebbe appreso il fatto tempo dopo, sminuendolo.
Avrebbe detto che evidentemente l’allenatore aveva un debole per lei, un commento giudicato fuori luogo visto che avrebbe dovuto credere alla violenza sessuale. Per il giudice non ci sono elementi che possano far ritenere attendibile la versione della ragazza. Ora la procura sta valutando la possibilità di fare ricorso contro la sentenza del gup che ha assolto Orazio Ragusa, per il quale si è concluso anche il procedimento disciplinare escludendo che sia responsabile.