Svolta nell’omicidio Silvia Nowak: il compagno Kai Dausel è stato fermato con l’accusa di aver ucciso la 53enne con cui conviveva. All’alba del 16 dicembre nella sua abitazione di Ortodonico, a Montecorice, dove vive dopo il sequestro della loro villetta di Ogliastro Marina, ha aperto la porta ai carabinieri, che hanno eseguito un provvedimento di fermo e perquisizioni. Oltre a essere accusato dell’omicidio della tedesca, il cui cadavere venne trovato nell’ottobre scorso semicarbonizzato in un bosco, deve anche rispondere dell’accusa di distruzione di cadavere.
L’uomo è stato già interrogato e trasferito in carcere, in quanto gli inquirenti sono certi di aver ricostruito la vicenda, ma il decreto di fermo sarà esaminato dal gip del tribunale di Vallo della Lucania per la convalida e l’emissione di una misura cautelare.
Gli inquirenti ritengono altresì, secondo quanto riportato dal Corriere, che alcune azioni dell’uomo fossero finalizzate a depistare le indagini, come quando dopo il delitto aveva partecipato a una fiaccolata o prima del fermo si era presentato alla panchina installata in memoria della compagna, che voleva venisse dipinta di rosso, lasciandosi fotografare. Nonostante ciò, diversi elementi collegherebbero il 62enne alla morte di Silvia Nowak.
OMICIDIO SILVIA NOWAK, IL PUNTO SULLE INDAGINI
Il giorno dell’omicidio Silvia Nowak è stata ripresa dalle telecamere di videsorveglianza mentre lascia la casa per dirigersi verso la piazza di Ogliastro Marina. Un’ora e mezza dopo compare il compagno per chiedere aiuto, in quanto non sapeva dove si trovava la compagna. Il Corriere della Sera non esclude che siano state trovate prove dai rilievi dei Ris sul cadavere della donna e nei pressi della loro abitazione.
Viene poi citata una iniziale versione di un alibi, fornita sia da Kai Dausel sia da una coppia di amici, che però non ha trovato riscontri. I suoi amici avevano riferito che l’uomo dormiva vicino a una roulotte parcheggiata poco distante dalla villa, ma non ci sono immagini delle telecamere che lo confermano.
Inoltre, è emerso che Silvia Nowak è stata uccisa dopo essere stata colpita alla testa da un oggetto contundente che le ha causato una frattura da sfondamento e lesioni all’addome e alla gola, poi il corpo è stato dato alle fiamme e abbandonato nel boschetto vicino ala villetta. La donna era già morta, visto che gli esami hanno constatato che non ha inalato fumo. Per gli inquirenti, sarebbe stata aggredita lì dal compagno che, una volta tornato a casa, avrebbe simulato la scomparsa.
IL GIALLO DEL NOME CAMBIATO E DEI PRECEDENTI
Nella conferenza stampa tenuta dalla procura è stato evidenziato come tra gli indizi importanti che sono stati raccolti vi sia una traccia di sangue di Silvia Nowak su un paletto della recinzione della villa, quindi l’aggressore è entrato e uscito dalla proprietà. Un altro elemento per il quale la procura ritiene che il quadro indiziario “è grave e circostanziato“.
Sono stati approfonditi anche i rapporti tra i due ed è emerso che negli ultimi tempi erano tesi, anche se non sono emersi casi di violenza. Per quanto riguarda il movente dell’omicidio Silvia Nowak, potrebbe essere economico. A tal proposito, sono stati trovati oltre 6 mila euro in contanti nella casa della vittima, nota per la sua disponibilità finanziaria. Ma è ancora in fase di accertamento, infatti non viene escluso, come riportato da La Stampa, che sia stato un atto impulsivo.
Sono poi emerse delle ombre sul passato del compagno, che in realtà si chiama Uwe Altman e ha precedenti risalenti agli anni Novanta, come sospetti di furti, danneggiamenti e pure un’accusa di omicidio risalente al ’99, mentre nel 2014 sarebbe stato coinvolto in una vicenda di frode informatica.