Bokser è un film del regista sloveno Mitja Okorn e racconta una storia delle tante di atleti polacchi che attraversarono la Cortina di ferro per cercare il successo sportivo all’Ovest. In questo film si parla di un giovane pugile, Jedrzej Czernecki (Eryk Kulm), che fugge con la bellissima moglie Kasia (Adrianna Chlebicka) e si avventura allenato dallo zio Czesiek (Eryk Lubos) nello sport pugilistico dell’Occidente. È la libertà che muove all’inizio il giovane Jedrzej, una libertà che non ha avuto il padre Edwin Czernecki (Michal Zurawski), il quale aveva partecipato alle Olimpiadi, ma per ragioni politiche aveva dovuto lasciare la vittoria a un atleta russo.
Ma questa libertà che attirava dell’Occidente pian piano si svela una falsa libertà: anche in Inghilterra gli incontri di boxe sono truccati e Jedrzej deve decidere se mantenersi fedele al suo ideale di libertà o vendersi al successo. La moglie Kasia comincia a fargli vedere come stanno le cose, ma per Jedrzej il successo comincia a diventare centrale nella sua vita, così rovina tutto. Non è più lo sportivo libero e integro che voleva essere, la famiglia diventa secondaria, moglie e figlio sono messi in secondo piano, sacrificati al mondo di una boxe che più che uno sport è un grande circo. Così tutto sembra precipitare, all’Est lo sport era tradito dall’ideologia, all’Ovest è il denaro a farla da padrone, sembra non esserci più speranza.
Crolla il Muro di Berlino, tutto sembra diventare uguale, Jedrzej è ormai vittima dell’ingranaggio, sempre più un oggetto di uno sport corrotto. Questo lo distrugge come uomo, non è più il giovane con tanti ideali, la moglie Kasia se ne va con il figlio Tadeus, rimane solo e rimette in piedi la vecchia palestra che aveva in Polonia. La sua diventa una vita spenta, ma in questo lento decadere, perché sempre si arriva al successo e poi si precipita, accade qualcosa da cui inizia il riscatto: è il figlio di cui comincia a prendersi cura, a cui trasmette la sua passione per la boxe, è Kasia che rivede in lui qualcosa di nuovo, è la scoperta che suo padre non aveva subito, ma si era sacrificato per il bene della famiglia. Sono solo tratti che compaiono nella parte finale del film, tratti che fanno presagire che la via del cambiamento sia in un modo nuovo di trattare l’altro, in una nuova considerazione del suo valore.
Bokser è un film che denuncia lo sport che perde la sua origine, quella di essere una sfida libera e leale, e nello stesso tempo indica la strada per non vendersi al successo, la strada di un continuo recupero di uno sguardo umano a ogni altro: questo vince all’Est come all’Ovest, questo vince oggi contro la logica della prestazione a ogni costo.
Bokser è un film di grande attualità, mostra la deriva di un mondo che poggia sul successo, ma nello stesso tempo fa vedere la strada da prendere per ritrovare ciò che rende bella la vita.
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