Un articolo di Avvenire ci i ha informati che in alcune regioni della Russia sono state introdotte normative che prevedono somme di denaro per studentesse dai 18 ai 25 anni che dovessero rimanere incinte e condurre a termine la gravidanza. Chi crede che questo sia stato deciso per scoraggiare gli aborti per ragioni morali si sbaglia. L’aborto, come mi spiegò una volta una detenuta di una colonia penale femminile dell’Asia centrale, è largamente praticato da quelle parti, dove di fatto è equiparato a una forma di contraccezione. Ed è così che normalmente se ne parla nelle scuole.
E se qualcuno pensa che l’iniziativa di queste regioni nasce dalla necessità di avere subito nuovi soldati per il fronte, si sbaglia. A meno che pensi che la guerra in Ucraina debba durare come la Guerra dei trent’anni; cosa che, viste le armi micidiali che si usano, sembra molto improbabile.
Il fatto è che le centinaia di migliaia di morti (qualcuno parla persino di un milione) di morti e di invalidi hanno fatto scomparire una buona fetta della gioventù maschile della Federazione Russa. A questo si deve aggiungere la massa di giovani laureati e professionisti di un certo livello che hanno trovato “ospitalità” nei diversi Paesi dell’Occidente, almeno come mi ha detto una mia ex studentessa dell’ufficio dell’immigrazione del Kazakistan, riferendosi soprattutto al Canada.
Del resto, l’altro giorno ho incontrato una giovane donna, russa, che mi ha confidato di essere un architetto di Mosca mandata qui da famiglie facoltose con l’incarico di acquistare appartamenti di lusso in zona Brera. In effetti questo mi spiega come mai, quando esco dal mio santuario che si trova in via Verdi, sento spesso parlare russo e non solo da ricchi turisti venuti qui per gli acquisti natalizi. La signora architetto diceva che queste famiglie moscovite sono molto preoccupate per il fatto che i figli possano essere mandati al fronte. Inoltre, vivono una crescente preoccupazione per attentati che possono avvenire in città, sia da parte degli ucraini che da parte di nuovi islamisti dell’Asia centrale.
C’è da registrare in proposito che tra le vittime della guerra ce ne sono ormai numerose che vengono dalle repubbliche asiatiche. Superato un primo momento di orgoglio guerresco tipico della loro tradizione, queste popolazioni cominciano a chiedersi: “Ma perché tanti nostri figli del Tatarstan, del Daghestan, della Cecenia dovrebbero morire per una guerra contro gente con cui abbiamo sempre vissuto in pace? E come è possibile che la NATO progetti di invadere i nostri territori, che non sono neanche segnati sul Risiko?
Inoltre nelle aziende cominciano a mancare i giovani e non è questo il metodo per risolvere la questione dell’occupazione giovanile.
Almeno fino agli anni duemila la maggior parte dei russi si sposavano molto presto: molte ragazze dopo il liceo o durante l’università e molti ragazzi dopo il servizio militare. Ora non è più così, ma a differenza che da noi, fino a poco tempo fa, si rimaneva colpiti dal fatto che arrivando dalle loro parti vedevi subito tanti bambini.
Oggi cominciano a scarseggiare padri potenziali e, grazie a Dio, per ora non è ancora stata fatta una legge per legalizzare gli harem. Neanche nelle regioni asiatiche.
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