LA CONFERENZA STAMPA DI FINE ANNO IN RUSSIA: IL PRESIDENTE PUTIN “APRE” ALLE TRATTATIVE SULLA GUERRA IN UCRAINA
Parlare con Trump, aprire a possibili negoziati e/o compromessi con l’Ucraina, sfidare la NATO (proteggendo la Bielorussia) e lanciare un allarme sul tema inflazione: di questo e molto altro Vladimir Putin è intervenuto nella consueta conferenza stampa “fiume” in occasione degli auguri di fine anno alla Russia. Se è vero che ciclicamente l’apertura (in parole) del Cremlino alle trattative con Kiev ha seguito atti e attacchi sul campo tutt’altro che distensivi, la vittoria di Donald Trump alle Elezioni Usa 2024 ha già fatto modificare la posizione di Mosca sul dialogo fino ad oggi assolutamente chiuso a doppia mandata con Washington.
Al netto delle visioni distanti e della comune ricerca di sopraffare a livello geopolitico lo storico nemico, Trump e Putin si promettono a vicenda una distensiva occasione di dialogo per impostare l’exit strategy dalla lunga e logorante guerra in Ucraina iniziata dalla Russia con l’invasione del Donbass nel 2022. «Dopo che non ci siamo parlati negli ultimi 4 anni», sottolinea il Presidente e autocrate russo in conferenza stampa, «sono pronto a parlare con il presidente eletto Donald Trump, il più forte sostenitore dei colloqui di pace». Nei giorni in cui il Presidente ucraino Zelensky a “Le Parisien” ha ammesso di non avere speranze che i territori di Crimea e Donbass possano tornare all’Ucraina, almeno sul piano militare (chiede infatti che si costringa Putin ad accettare tale obiettivo sul piano diplomatico), le manovre di negoziato a lungo termine tra Usa e Russia porterebbero ad un clima generale di “tregua” che potrà favorire il colloquio più diretto fra Kiev e Mosca.
Nel conflitto sui territori dal Donbass al Kursk russo, le forze di Putin stanno conseguendo ormai tutti gli obiettivi militari prioritari, ripete il Presidente dal Cremlino: «Le nostre truppe stanno riconquistando territorio per chilometri quadrati». Per questo motivo, e dopo aver minacciato l’Ucraina di eliminare tutti i reparti presenti sul territorio russo nella «folle offensiva del Kursk», Putin si dice aperto a parlare non solo con Trump ma anche con il Governo ucraino per raggiungere «compromessi e negoziati» sulla fine della «operazione speciale» in Ucraina. Pur aprendo al dialogo con il nemico americano, la sfida militare e geopolitica permane con l’ulteriore dimostrazione di un ostinato duello tecnologico da far permanere anche nel lungo periodo: valorizzando il muovo missile ipersonico Oreshnik (con gittata da 5.500 chilometri), Putin si dice certo che non potrà mai essere abbattuto dalle difese aree della NATO, «Possono designare un obiettivo a Kiev, e vedere se riescono ad abbatterlo, vorremmo veramente fare questo esperimento».
PUTIN INTERVIENE ANCHE SU INFLAZIONE, GUERRA NATO E MEDIO ORIENTE: A BREVE PARLERÀ ANCHE CON ASSAD
Il Presidente russo non ritiene la sfida alla NATO un qualcosa di facilmente risolvibile, almeno sul medio periodo e con tale livello di ostilità geopolitica dall’Unione Europea e gli altri alleati americani: secondo Putin è in corso una «guerra a distanza della NATO contro la Russia» e servono segnali nuovi e imponenti per evitare che Mosca non prende le “misure” adattandosi allo scontro totale. È il consueto Putin che “apre” in un discorso e “chiude” in quello successivo, sebbene vada registrato l’intento “nuovo” di voler dialogare direttamente con il Presidente degli Stati Uniti: negli ultimi 4 anni di Presidenza Biden questo non era praticamente mai avvenuto. Appena due giorni fa era stato in primis Trump ad ammettere che non appena insediato vorrà parlare tanto con Zelensky quanto con Putin, «La carneficina in Ucraina deve finire, proverò a chiudere un accordo anche prima del giuramento».
Davanti alla preoccupazione per una crisi economica a livello di inflazione, Putin in conferenza stampa ha comunque rivendicato che le condizioni dell’economia in Russia sono più favorevoli a Usa e UE nel 2024 in via di conclusione: «L’economia russa è stabile, malgrado le minacce esterne». Sul fronte mediorientale, Putin promette di parlare a breve con il Presidente in fuga da Damasco, Bashar al-Assad, confermando la critica per la gestione fatta dall’Occidente nella intricata crisi siriana delle scorse settimane. La Russia nelle prossime settimane si dice tra l’altro pronta a fare evacuare circa 4mila combattenti iraniani dalla Siria, ovvero quel che resta delle milizie filo-Hezbollah e filo-Teheran che sostenevano il regime di Assad.