Il tabloid britannico Daily Mail ha pubblicato negli scorsi giorni un articolo con un focus sul cosiddetto cancro al seno secondario, ovvero, quelle donne che scoprono di avere appunto un tumore al seno e che negli anni successivi ricevono diagnosi di tumori in altre parti del corpo. Fra le varie testimonianze colpisce quella di Hannah Gardner, una donna di 38 anni che ha scoperto per la prima volta di avere un tumore al seno all’età di 26 anni. Dopo la diagnosi iniziale nel 2013, è arrivata la “sconfitta” del tumore ma quattro anni dopo, nel 2017, le era stato scoperto un nuovo tumore al torace, nonostante doppia mastectomia e chemioterapia. Era grande quanto un piccolo pisello, e quella scoperta ha comportato un nuovo intervento chirurgico quindi di nuovo chemio e radioterapia.
Ma il calvario di Hannah non finisce qui perchè due anni dopo le venne diagnosticato un nuovo tumore, questa volta al fegato e questa volta la diagnosi è terribile: “Non si può curare” le riferisce il medico. Come specifica il Mail, Hannah è una delle 57mila donne del Regno Unito che convivono con un cancro al secondo secondario, una cifra che è in aumento dal 2018 e si calcola che la percentuale delle donne a cui viene diagnosticato un tumore al seno primario e ne sviluppano uno secondario si aggiri fra il 10 e il 40%, quindi una quota piuttosto alta. Il cancro al seno secondario è spesso e volentieri incurabile ma i trattamenti sono migliorati negli ultimi anni.
CANCRO AL SENO SECONDARIO: “ORA E’ CURABILE…”
“Il tumore al seno secondario non è più una condanna a morte: è ampiamente curabile”, le parole di Russell Burcombe, oncologo clinico presso il Maidstone e Tunbridge Wells NHS Trust. “Per decenni – aggiunge – il tasso di sopravvivenza complessivo è rimasto a due o tre anni. Ma ci sono stati progressi così entusiasmanti nel trattamento che l’aspettativa media è ora di cinque anni, e molti vivranno più a lungo”. Il 67 per cento delle donne che ricevono una diagnosi di tumore al secondo secondario vive per un anno, mentre il 26 per cinque e l’11 per almeno dieci anni.
“Uno degli obiettivi più importanti su cui stanno lavorando gli scienziati è trasformare il cancro al seno in una malattia cronica con cui i pazienti convivono, non muoiono”, aggiunge invece il dottor Burcomba, che precisa: “Il cambiamento più grande è stato l’uso di farmaci chiamati inibitori di CDK4/6, comprime che migliorano l’efficacia della terapia ormonale, che agisce per fermare o rallentare la crescita delle cellule tumorali. Ora abbiamo pazienti che assumono una compressa ormonale con uno di questi farmaci per dieci o più anni”.
CANCRO AL SENO SECONDARIO: DOVE COLPISCE DI SOLITO
C’è anche l’immunoterapia, che attraverso il sistema immunitario combatte il cancro e si somministra tramite iniezione endovenose: “È particolarmente efficace nel trattamento di pazienti con l’aggressivo cancro al seno triplo negativo che in passato se la passavano particolarmente male se il loro cancro si ripresentava”. Solitamente il cancro al seno secondario colpisce le ossa, ma anche polmoni, pelle, fegato e cervello.
La maggior parte delle donne è consapevole di quali siano gli indizi che dovrebbero far scattare l’allarme, come ad esempio noduli o la pelle raggrinzita, ma nel contempo sono poche le persone che conoscono i segni del cancro al seno secondario, e a riguardo ,un sondaggio condotto da GenesisCare sottolinea che il 72 per cento delle donne a cui era stato diagnosticato un cancro, non era a conoscenza di quale parte del corpo fosse più probabile che si manifestasse il secondario. Inoltre, un’altra indagine, sottolinea che otto donne su dieci che hanno avuto il cancro, quando hanno stanchezza, malessere o perdita di appetito, non associano questi sintomi ad un eventuale nuovo cancro, anche se si tratta di chiari indizi di un cancro al seno secondario al fegato.