COSA HA DETTO IL CSM E PERCHÈ HA BOCCIATO LA RIFORMA SULLA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE
La riforma della giustizia sul tema della separazione delle carriere viene ufficialmente bocciata dal Consiglio Superiore della Magistratura (CSM), con il voto contrario di tutti i consiglieri togati (meno uno) e di molti “laici”: la riforma presentata dal Ministro della Giustizia Carlo Nordio, e alle prese da mesi con forti polemiche tra maggioranza e opposizione, prevede in sostanza che vengano distinte le carriere dei pubblici ministri (i magistrati “inquirenti”) e i giudici semplici (i magistrati giudicanti). Il Governo intende con questa riforma sulla separazione delle carriere garantire una migliore e più trasparente imparzialità durante i processi giudiziari, ma dal CSM il parere è tutt’altro che unanime: oltre a non essere costituzionale, secondo la maggioranza del plenum, la riforma della giustizia sul tema dei giudici «porterebbe ad un controllo del Governo sui pm».
Va ricordato che la riforma proposta dall’esecutivo di Centrodestra è attualmente un disegno di legge di natura costituzionale e dunque qualora non vi fosse un accordo con due terzi del Parlamento, servirà l’eventuale referendum (con via libera dalla Corte Costituzionale). Appena approdato alla Camera, il disegno di legge presentato dal Ministro della Giustizia non convince la maggiorana del CSM in quanto la spedizione delle carriere non troverebbe un effettivo miglioramento delle qualità ed efficienza «della giurisdizione». Il parere votato da tutti i togati e i laici in quota Pd, M5s, e IV (oltre alla presidente della Cassazione Margherita Cassano e il procuratore generale Luigi Salvato) crea molti nodi problematici che andrebbero dipanati qualora la riforma dovesse essere approvata.
LA RIFORMA NORDIO E LA RISPOSTA DEL PREMIER MELONI IN CONFERENZA STAMPA
Il rischio di una «minore indipendenza» del pubblico ministero è alla base del parere contrario del CSM alla riforma sulla separazione delle carriere, in quanto non verrebbe garantito dalla pur mantenuta presenza immutata del Consiglio Superiore Magistratura per come è composto. Non solo le carriere “separate” dei giudici ma anche il sistema del sorteggio e il “doppio CSM” non viene gradito dalla maggioranza dei relatori presenti (favorevoli invece i laici in quota Centrodestra).
Nel frattempo l’iter alla Camera è cominciato con il testo considerato blindato dallo stesso Ministro della Giustizia Carlo Nordio, che ieri ha definito l’indirizzo di percorso sullo schema di riforma costituzionale in un vertice a Palazzo Chigi con il Sottosegretario Mantovano (che aveva dato adito a retroscena sull’eventuale focus sulla vicenda Abedini dopo la liberazione di Cecilia Sala, con dovuta smentita dello stesso Guardasigilli). «Noi andremo diritti per la nostra strada, senza esitazioni», ha detto il Ministro Nordio rispondendo alla bocciatura giunta ieri sera dal plenum del CSM (assente il Presidente Mattarella e anche il vicepresidente Pinelli). Per il titolare della Giustizia, il parere sarà ascoltato e valutato ma resta ferma la volontà dei cittadini che votando il Centrodestra alle urne ha chiesto questa riforma come una delle più impellenti.
A domanda specifica posta questa mattina in conferenza stampa alla Presidente del Consiglio per l’inizio dell’anno 2025, Giorgia Meloni interviene senza alzare i toni contro il Consiglio Superiore della Magistratura, con però qualche sottolineatura dovuta: la Premier dice di non condividere l’impianto del parere negativo, e ritiene che la separazione delle carriere «garantisca l’equidistanza e l’imparzialità di un giudice, anche a sua garanzia». Per la Presidente Meloni resta lo “stupore” per i toni spesso «apocalittici» con cui magistratura e opposizioni rispondono «a qualsiasi tentativo di nostra proposta al problema della giustizia».