LA SPERANZA “CONTRO OGNI SPERANZA”. HA FATTO DISCUTERE LA FRASE DEL CAPPELLANO DEL GEMELLI SU PAPA FRANCESCO
Non è stata immediatamente compresa e per alcuni è stata per qualche ora anche un po’ equivocata: quell’appello alla “spes contra spem” dettato dal cappellano dell’ospedale Gemelli di Roma, dove dallo scorso 14 febbraio è ricoverato Papa Francesco, è sembrata un’ammissione di una sostanziale mancanza di speranza per una piena guarigione del Santo Padre. In attesa dell’ultimo bollettino di ieri, le iniziative di preghiera, Messe e Rosari dal Policlinico sono state seguite da don Nunzio Corrao, sacerdote e cappellano del Gemelli da anni.
E così, nel guidare l’adorazione eucaristica nella cappella dell’ospedale romano, il prete stretto in preghiera per la guarigione di Papa Francesco ha parlato di “spes contra spem”, (“speranza contro ogni speranza“) chiedendo una fede come quella di Abramo nella fiducia piena nel Signore. Come ha spiegato ancora don Corrao al termine del momento di adorazione avvenuto ieri, la riflessione sulla speranza quasi “impossibile” viene effettuata con una “sfida” lanciata alla cristianità: «crediamo o no che il Papa possa guarire?», si chiede il cappellano nell’augurio di ritrovare la fiducia nel percorso che Papa Francesco sta facendo.
Il discorso ricorda quello dei cardinali Parolin e Bagnasco in risposta alle “voci” di dimissioni o rinuncia del Santo Padre: spetta a lui davanti a Dio capire cosa fare con il suo ministero, mentre al cristiano edile dovrebbe interessare solo la preghiera continua per la piena ripresa di Bergoglio.
LA PREGHIERA E LA FIDUCIA PIENA NEL SIGNORE: DA SAN PAOLO FINO A MARCO PANNELLA…
Ma dunque il cappellano del Gemelli cosa intendeva? Chi lo ha bollato come un discorso di “disperazione” per delle condizioni troppo critiche è andato fuori strada in quanto la frase “spes contra spem” viene dal passato, addirittura dalla Lettera di San Paolo ai Romani che a sua volta richiama la fede del padre Abramo.
La citazione di don Corrao è dunque legata alla fede incrollabile di Abramo nel Dio unico, dalla gravidanza della moglie Sara in età molto avanzata, alla richiesta iniziale del sacrificio del figlio Isacco, così come la promessa di una discendenza copiosa: pur se contro ogni logico ragionamento, la speranza offerta da Dio è il segno da seguire per farsi più vicino possibile al destino preparato per Papa Francesco.
La frase “spes contra spem” è poi divenuta un proverbio e un’usanza, riassumendo l’atteggiamento di chi non si arrende davanti alle avversità, anzi continuano a sperare nella fiducia piena in chi quel Destino lo programma e lo proietta. Negli anni, anche al di fuori dalla chiesa, la frase sulla “speranza contro ogni speranza” venne utilizzata da politici, poeti e pensatori: dal sindaco di Firenze Giorgio La Pira che citava quella frase per esprimere l’intento di una rinnovata pacificazione nel mondo, così come l’anticattolico e laico Marco Pannella leader dei Radicali.
Addirittura – come ricorda il “Corriere della Sera” – la frase sulla speranza compare in una lettera scritta da Pannella e inviata a Papa Francesco stesso pochi giorni prima della morte, nell’aprile 2016. La “spes” cristiana richiamata dal cappellano del Gemelli per farsi vicini tutti alla preghiera per Papa Francesco, richiama alla tensione verso il Bene, una tensione verso un Destino che è ben oltre il normale “immobilismo” di chi rimane incastrato nelle pur difficili e gravi traversie della propria vita.