“Non l’ho uccisa io“. La mamma di Saman Abbas torna a proclamarsi innocente: Nazia Shaheen, condannata all’ergastolo insieme al marito per l’omicidio della figlia, lo ha fatto nella quarta udienza del processo d’appello a Bologna. Ha chiesto di rendere dichiarazioni spontanee e ha fornito la sua versione dei fatti, spiegando che lei avrebbe fatto di tutto per evitare che la figlia subisse un’aggressione, se avesse saputo a cosa andava incontro. “Non ne sapevo nulla“, ha ribadito la mamma della 18enne uccisa a Novellara.
“Non ci restava altro che piangere“, ha aggiunto la donna prima di ribadire di non essere stata lei ad uccidere la figlia. La mamma di Saman Abbas ha raccontato che pensa costantemente alla figlia. “Sembro una persona viva ma in realtà sono morta. Vivrò il resto dei miei giorni così, a piangere“. Nazia Shaheen ha anche raccontato di aver insistito lei, dal Pakistan, per tornare in Italia e dire la verità sulla figlia, per la quale prova un dolore che ritiene possa andar via solo con la sua morte.
Quando poi il giudice le ha chiesto di precisare quando avrebbe saputo della morte della figlia, la donna ha raccontato di aver avuto la notizia due settimane dopo l’arrivo in Pakistan. “Non è stato pianificato nulla, io non so niente“.
SHABBAR ABBAS CONTRO LO ZIO E I DUE CUGINI
In aula è intervenuto anche Shabbar Abbas, il padre della vittima, per ribadire che la ragazza non è stata uccisa dai suoi genitori. L’uomo ha aggiunto di non aver visto nulla e che quella sera era convinto che la figlia sarebbe uscita con il ragazzo con cui stava, per questo avrebbe chiamato Danish Hasnain, zio della ragazza, per fare in modo che lo trovassero e gli dessero una lezione. “Ma non picchiatelo troppo“, avrebbe detto.
Quando la mattina dopo chiese cosa avessero fatto col ragazzo, Danish gli avrebbe risposto che non avevano fatto nulla e non lo avevano neppure cercato. I genitori di Saman Abbas, dunque, respingono le accuse e attribuiscono la responsabilità dell’omicidio della figlia a zio e cugini. “Penso siano stati loro tre“, ha dichiarato Shabbar Abbas.
La loro versione differisce da quella dei genitori della vittima, infatti Danish Hasnain nella precedente udienza raccontò di essere arrivato vicino casa di Saman quando era già morta e di aver solo aiutato i due cugini a seppellire il cadavere.
LA RICHIESTA DELLA MAMMA DI SAMAN ABBAS
L’udienza, comunque, è stata caratterizzata anche da una richiesta della mamma di Saman Abbas, quella di incontrare l’altro figlio, che le avrebbe mandato delle lettere per chiederle di incontrarlo. Il presidente della Corte ha fatto sapere che il ragazzo avrebbe diritto di stare in aula, ma non si è presentato, quindi serve una sua richiesta, da valutare dopo il parere della procura.