Intervistato / Francesco Roat

Francesco Roat, nato a Trento nel 1950, è narratore, saggista e critico letterario. Già insegnante di lettere nella scuola secondaria e consulente editoriale, si occupa di cultura su quotidiani, settimanali e riviste. Suoi interventi sono apparsi su: L’Adige, L’Alto Adige, Avvenimenti, Carta, Caffè Europa, Cafè letterario di Alice, Che libri, Diario, Il Manifesto, Il Mucchio selvaggio, Il Nuovo, Il Trentino, Inchiostro, Leggere, Liberazione, Liberal, L’Immaginazione, L’Indice, Linea d’ombra, L’Unità, Nautilus, Pickwick, Pulp, Stilos, Web Magazine, Wuz. Ha pubblicato il libro di racconti Tra-guardo (Argo), i romanzi: Una donna sbagliata (Avagliano), Amor ch’a nullo amato (Manni), Tre storie belle (Travenbooks), I giocattoli di Auschwitz (Lindau). I saggi L’ape di luglio che scotta. Anna Maria Farabbi poeta (Lietocolle), Le Elegie di Rilke tra angeli e finitudine (Alpha-Beta), La pienezza del vuoto. Tracce mistiche negli scritti di Robert Walser (Vox Populi). Un suo romanzo (Tre storie belle) è stato recentemente tradotto in tedesco dalla Casa Ed. austriaca Drava (Drei schöne Geschichten) e presentato all’ultima Fiera del Libro di Francoforte.

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