USA/ La riscossa dei Kennedy

Caroline Kennedy, figlia del Presidente John F. Kennedy, ha annunciato di essere interessata a diventare il prossimo senatore di New York, occupando il seggio lasciato libero da Hillary Clinton. Perché questa scelta?

Caroline Kennedy, figlia del Presidente John F. Kennedy, ha annunciato pubblicamente di essere interessata a diventare il prossimo senatore per lo stato di New York, occupando il seggio lasciato libero da Hillary Clinton dopo la nomina a Segretario di Stato nel governo Obama.

 

La decisione spetta al governatore di New York, Patterson, che dovrà nominare il sostituto della Clinton per i due anni che mancano alla scadenza naturale dell’incarico. Dopo di che, se la Kennedy vuol continuare a essere senatrice, dovrà correre per la carica come chiunque altro.

Non ho alcun dubbio che la maggioranza dei newyorkesi approverebbe la sua nomina, ma ciò che ci si sta chiedendo è per quali ragioni lei voglia questa carica. Caroline Kennedy è sempre stata una persona molto riservata, evitando l’attenzione pubblica e perseguendo i suoi interessi dietro le quinte (è in possesso di una laurea in legge e può esercitare sia a New York che a Washington, ma non lo ha mai fatto).

È chiaro che non sta cercando potere e fama, e si è anche fatto rilevare che la vita politica le ha sempre ricordato la sua tragedia familiare. Ci si chiede quindi perché ora stia invece facendo una campagna pubblica per essere nominata.

Probabilmente, si tratta in effetti di una questione di famiglia. I Kennedy sono stati allevati con un forte senso della storia della loro famiglia, che è riuscita a superare la povertà e la discriminazione diventando una delle famiglie più ricche del Paese.

Ci potrebbe anche essere un elemento di rivincita verso quella parte dell’establishment politico spinto da forti pregiudizi contro gli immigrati, gli irlandesi e, specialmente, contro i cattolici, ma il senso del dovere dei Kennedy è fuori discussione.

C’è stato un Kennedy in Senato da quando John F. Kennedy era senatore per il Massachusetts, prima di essere eletto presidente. Dopo il suo assassinio, suo fratello Robert divenne senatore per New York. Edward (Ted) lo divenne per il Massachusetts e, ora che gli è stato diagnosticato un tumore al cervello, la sua morte significherebbe l’assenza di un Kennedy sulla scena politica nazionale, a meno che Caroline venga nominata senatrice.

Immigrati e americani di origine irlandese hanno senza dubbio beneficiato dal successo dei Kennedy, ma sfortunatamente non si può dire lo stesso per i cattolici. Durante la sua campagna per la presidenza, John F. Kennedy dovette assicurare ai leader protestanti che il suo cattolicesimo non avrebbe influenzato le decisioni da presidente.

La maggioranza dei cattolici considerò questa una mossa tattica necessaria per avere una possibilità di vittoria. Durante la sua presidenza non vi furono peraltro questioni che potessero porre in conflitto le sue decisioni come presidente e la sua fede, e così la presidenza Kennedy rappresentò il punto di più alta popolarità del cattolicesimo americano.

Dopo il 1968, tuttavia, il Partito Democratico è caduto nelle mani degli attivisti ideologizzati di sinistra e i Kennedy hanno messo da parte il loro cattolicesimo per poter mantenere le loro posizioni. Caroline Kennedy non ha fatto o detto niente, in realtà, che indichi la sua disponibilità a condividere questa posizione e a rendere la sua fede cattolica una faccenda del tutto privata, ma non ha neppure fatto o detto niente che possa far sperare i cattolici che la sua politica potrebbe essere diversa.

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