A Mantova venerdì e sabato si è tenuto il forum della Piccola impresa di Confindustria con il lancio della proposta T-Holding per favorire le aggregazioni tra imprese, aumentare la loro dimensione media e salvarne molte dalla crisi.

Non entro nel merito della proposta, il cui valore sarà testato dalla realtà nei prossimi mesi: certo il suo cuore, la creazione di una holding tra diverse imprese proprietarie che delegano la gestione a un manager indipendente, risulta un po’ “fredda” (Dario Di Vico sul Corriere), un po’ ingegneristica.

Credo che il problema sia reale e la strada giusta, ma poiché è difficile far bere il cavallo controvoglia, alle aggregazioni più facilmente si arriverà come estrema soluzione tra imprese in crisi o, addirittura, in punto di morte con tutte le conseguenze del caso. Del resto perché unirsi se si è in grado di procedere da soli?

E allora per capire la portata effettiva della proposta bisogna tenere conto dei risultati di un sondaggio fatto tra gli imprenditori presenti a Mantova: ben il 66 per cento stima per il prossimo anno un fatturato stabile o in aumento. E anche nel terzo rimanente di imprese, laddove necessario, saranno soprattutto fusioni, acquisizioni e incorporazioni, cioè il mercato, a provvedere a fare pulizia di cattiva gestione, obsolescenza strategica, scarse motivazioni personali e difficoltà varie.

È bene studiare e proporre modalità alternative che incentivino una terza via tra l’“uomo solo al comando” e il fallimento, ben sapendo tuttavia che il fare impresa è mosso da un insieme di energia, orgoglio, sentimenti troppo importanti perchè l’imprenditore riesca a metterli facilmente da parte.

Con Mantova finisce il mandato quadriennale di Giuseppe Morandini, che ha sicuramente ben operato per dare visibilità ai problemi dell’impresa di minori dimensioni. La costante presenza al fianco di Montezemolo e Marcegaglia nelle riunioni con il governo è, simbolicamente, il suo risultato più grande.

Di aggregazioni, ma di tutt’altro tipo, dovrà occuparsi anche il suo successore. Imprese che resistono, contadini del tessile e via di questo passo sono aggregazioni spontanee, probabilmente temporanee, che si realizzano al di fuori delle associazioni imprenditoriali e, di fatto, pongono loro un problema di rappresentanza.

 

Chiudendo vorrei, sia pure brevemente, cambiare argomento. Non ho mai dato grande peso alle classifiche economiche perché, pur puntuali, sono parziali e difficilmente in grado di rendere ragione della complessità della realtà. Tuttavia mi sembra simpatico ricordare il sorpasso avvenuto in termini di Pil tra Italia e Gran Bretagna: è un sorpasso con il nostro paese fermo e l’altro a marcia indietro ed è un risultato dovuto principalmente al rafforzamento dell’euro rispetto alla sterlina, c’è dunque poco di cui vantarsi.

 

Però fa sempre piacere viste le stoccate che spesso ci arrivano da oltremanica. Così dopo la Spagna, e con tutti nostri problemi, abbiamo momentaneamente sistemato anche l’Inghilterra. E una volta tanto non parliamo di calcio.