La caduta dell’aereo Continental Airlines che stava andando a Buffalo dall’aeroporto di Newark, nel New Jersey, ha attratto l’attenzione degli americani fino ad allora presi dalla lotta attorno al piano di Obama per stimolare l’economia.
Una parte dell’attrattiva è venuta dal confronto tra questo tragico evento e l’incredibile ammaraggio, un mese fa, dell’aereo US Airways sul fiume Hudson a Manhattan, in cui tutti i passeggeri si sono salvati. Nel’incidente di Buffalo, invece, tutti quelli a bordo sono morti, compresi passeggeri con storie personali affascinanti, come quella donna che aveva perso il marito al World Trade Center nell’attacco terroristico dell’11 settembre del 2001 e che qualche settimana fa aveva incontrato il presidente Obama alla Casa Bianca.
In entrambi i casi, è stato interessante osservare la componente religiosa, per così dire, delle reazioni della gente. L’ammaraggio sul fiume è stato definito “un miracolo” dal governatore di New York ed è diventato rapidamente conosciuto come “Miracolo sull’Hudson”. Non è stato solo un modo di dire. Le persone intervistate in televisione, passeggeri, parenti, gente normale, insistevano ripetutamente che Dio era il responsabile ultimo dell’esito dell’incidente (interessante che il capitano alla guida dell’aereo sembrasse meno pronto ad attribuire il successo dei suoi sforzi a un miracoloso intervento divino).
Nel caso di Buffalo, tutti gli intervistati o chi ha rilasciato dichiarazioni hanno promesso di pregare per i parenti e gli amici dei morti nell’incidente. La questione realmente interessante è stata posta dal governatore di New York Patterson, l’autore dell’espressione “Miracolo sull’Hudson”, quando ha detto che Dio era chiaramente presente nell’incidente dell’Hudson, ma che era necessario ora trovare la Sua presenza anche nella tragedia di Buffalo. Ma non ha fatto alcuna proposta.
La natura della religiosità americana continua a essere un affascinante argomento di discussione. Quest’anno si è scritto parecchio sulle convinzioni religiose di Abramo Lincoln, nato duecento anni fa. L’opinione corrente è che la religione abbia giocato un ruolo maggiore nella sua vita di quanto si pensasse finora.
La Guerra Civile ebbe un’influenza profonda sulla religiosità di Lincoln, portandolo a una riflessione sistematica sul rapporto tra il divino e la libertà umana. Entrambe le parti in lotta affermavano di avere il favore di Dio, ma Lincoln insisteva che ciò non era possibile, perché Dio non può essere al contempo in favore o contro qualcosa, e concludeva che Dio non era per nessuna delle due parti.
Dio compiva la Sua volontà usando in qualche modo provvidenzialmente dei risultati delle libere azioni umane. Ciò lo portò a pensare che anche se Dio potesse essere contro la guerra, Egli avrebbe potuto usarla per condurre la nazione verso il suo destino. Lincoln espresse questa sua convinzione nel suo secondo discorso inaugurale come presidente, poco prima della sua morte. Se fosse vissuto, la “ricostruzione” postbellica sarebbe stata molto più clemente verso i perdenti di quella che i vincitori imposero agli stati secessionisti.
La figura di Lincoln esercita chiaramente una grande influenza sul presidente Obama. Sarà interessante vedere come le convinzioni religiose di Lincoln influenzeranno le sue decisioni.