OBAMA/ Staminali, la rinuncia dei cattolici

Mantenendo la promessa fatta in campagna elettorale, il Presidente Barack Obama ha revocato l’ordine del Presidente George W. Bush che proibiva i sussidi finanziari federali alla ricerca sulle cellule staminali degli embrioni

Adempiendo alla sua promessa in campagna elettorale, il Presidente Barack Obama ha revocato l’ordine del Presidente George W. Bush che proibiva il finanziamento federale alla ricerca sulle cellule staminali da embrioni. Da un punto di vista politico, per chi è contrario a tale ricerca non si tratta veramente di una sconfitta imprevista, dato che anche il candidato repubblicano alla presidenza, il senatore John McCain, aveva promesso di eliminare il divieto all’uso dei fondi pubblici per sostenere la distruzione di embrioni umani.

Quando ha annullato la legge che escludeva dai fondi federali le organizzazioni private per la pianificazione familiare che promuovono l’aborto a livello internazionale, il Presidente Obama ha firmato il suo “ordine esecutivo” in privato, lontano dalle telecamere. Questa volta, tuttavia, la firma  dell’ordine esecutivo per i finanziamenti alla ricerca sulle cellule staminali embrionali è stata fatta durante una cerimonia pubblica, organizzata politicamente per mostrare all’ala sinistra del partito la sua fedeltà alle promesse elettorali, nonostante sembrasse che per certi aspetti (come la guerra in Iraq) avesse spostato la sua posizione politica a destra.   Anzi, il motivo quasi puramente politico di questo gesto è così chiaro che dovrebbe preoccupare chi aderisca a qualsiasi ideologia, sia di destra che di sinistra. Il Presidente ha affermato di voler andare oltre le categorie liberali e conservatrici, prendendo decisioni che confondono entrambe le parti, e questo non per una sintesi filosofica trascendentale, quanto piuttosto per un mero pragmatismo perseguito tenacemente. È un chiaro esempio di persona la cui visione della realtà, e quindi di ciò che è giusto e vero, non è ciò esiste veramente (“Verum est ens.”), che non può essere realmente compreso dalla ragione umana come intesa oggi. E non sembra neanche seguire il punto di vista di coloro che pensano che il vero sia ciò che abbiamo fatto noi stessi (“Verum quia factum.”), con tutte le ideologie nate da questa visione della storia come unica fonte accettabile della vera conoscenza. Il pragmatismo del Presidente vuole sì cercare di trascendere le ideologie liberali e conservatrici, ma lo fa non rifuggendo dall’ideologia, bensì ricadendo in una nuova: il vero e il buono sono quello che riusciamo a fare. La verità è la fattibilità. La verità è ciò che la tecnologia, non il pensiero, ci permette di fare. “Verum quia faciendum.”  Come disse il Cardinal Ratzinger ancora nel 1968: “Il prevalere della storia viene sostituito da quello della techne (vedi “Introduzione al cristianesimo).”

La verità è che questo si avvicina molto al cosiddetto pragmatismo americano, che ha permesso la sopravvivenza degli Stati Uniti come una società in costante trasformazione e culturalmente e religiosamente diversa. Veramente, le altre due visioni della realtà sopravvivono e di tanto in tanto diventano politicamente significative, la guerra culturale-ideologica è ancora in corso, ma alla fine prevale l’ideologia ( perché di ciò si tratta) del pragmatismo. La difesa del Presidente della propria decisione di sostenere la distruzione di embrioni umani in nome di una “scienza ideologicamente libera” coincide con il pragmatismo che poi anima le sue decisioni in altri campi, come le proposte per il superamento dell’attuale crisi finanziaria e per la guerra al terrorismo. Questo punto di vista è confacente alla convinzione americana che tutto sia possibile e che tutti i problemi abbiano una soluzione, il che ci rende possibile sfuggire alla storia e allo stesso pensiero speculativo. Questo punto di vista ha decisamente vinto alle ultime elezioni e, a meno che succeda qualcosa in cui la Realtà asserisca se stessa, sarà la nostra cultura dominante almeno per i prossimi quattro anni.

Il Presidente Obama è fedele alla sua personale storia, formazione ed esperienza, e non conosce altri modi per sfuggire a lotte ideologiche paralizzanti. Ciò che è realmente triste è che i molti cattolici nell’attuale governo non siano in grado di mostrare a lui e alla nazione come invece si possa riconoscere realmente e razionalmente la Verità che ci rende liberi.

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