L’Italia intera si è stretta attorno a quelle bare. Un gesto di cordoglio doveroso rivolto alle vittime, ma soprattutto ai familiari che oggi sopravvivono al dolore di aver perso le cose più care: parenti, amici, casa e lavoro. Una situazione che ci scuote e non può lasciarci indifferenti di fronte alla volontà di ricostruzione e all’urgenza di affiancarci a loro in segno di fraterna amicizia.



Dopo giorni di sofferenza in cui abbiamo visto crescere di minuto in minuto, di ora in ora, il numero delle vittime, travolte da un dramma più grande di loro, la consapevolezza che infonde il coraggio andare avanti, come cittadini e come istituzioni, è che esiste un’Italia solidale, capace di compiere gesti generosità e cercare la via per sollevarsi. C’è una parte di Italia da ricostruire, messa a dura prova, ma che ha già trovato la forza di soccorrere chi è scampato al disastro. L’Italia non è sola.



400-500 milioni di euro, questa la cifra che concretamente l’Europa devolverà per la ricostruzione. «Garantisco che troveremo tutti i fondi indispensabili per la ricostruzione delle aree distrutte in Abruzzo dal sisma del 6 aprile» ha assicurato il nostro Premier Silvio Berlusconi aggiungendo che il Governo attingerà «dal Fondo per le calamità naturali dell’Unione Europea».

Attualmente il governo ha già messo in campo prima 30 e poi 70 milioni di euro e adesso ha dieci settimane per presentare la richiesta di fronte alle istituzioni europee. Alle iniziative che sono state prese in considerazione – una lunga serie di proposte, come la sospensione dei pagamenti per i terremotati di bollette e mutui – c’è il decreto legge che sarà varato questa settimana per fornire altri aiuti stabilendo l’entità complessiva dei sostegni, da frazionare e ripartire in più anni.



Ci costerà qualche sacrificio è vero (per coprire gli investimenti è possibile che sia ritardata la realizzazione di qualche grande opera già pianificata), ma se non altro gli aiuti non mancheranno. A questo si assommano i tanti gesti di umana vicinanza nei confronti delle popolazioni colpite dal terremoto che stanno giustamente coinvolgendo il mondo politico.

Oggi l’Abruzzo è una terra martoriata dal sisma. I paesini arroccati tra il Velino e il Gran Sasso sembrano corpi feriti: abitazioni sventrate, i vicoli sepolti dalle macerie, le piazze deserte e le chiese abbandonate. Come un uragano improvviso, il terremoto si è portato via tutto e non ha risparmiato né le persone né il sorprendente desiderio di bellezza che l’uomo con fatica e impegno aveva costruito negli anni: dipinti, basiliche, tesori dell’arte, libri e documenti. 750 anni di storia cancellati in pochi secondi.

La situazione è sicuramente drammatica, ma la mobilitazione di tutti i cittadini abruzzesi e dei moltissimi volontari che da ogni regione d’Italia si sono diretti nella provincia dell’Aquila per agevolare le operazioni di soccorso, sono un esempio tangibile di impegno umanitario e solidarietà. Come ha osservato il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi in questo momento difficile «dovunque c’è un crollo, c’è qualcuno che aiuta e nessuno verrà lasciato solo».

Parlamento e Commissione Europea sono uniti e partecipano già concretamente all’attivazione del fondo europeo di solidarietà per le catastrofi naturali, prontamente richiesto dal Governo Italiano.