Una proposta per i prossimi tre o quattro editoriali. Crisi o non crisi, ci apprestiamo tutti a un periodo di riposo, più o meno lungo, più o meno lontano, più o meno rilassato. Molti dicono tuttavia che ci attende un autunno difficile e che la ripresa, nel senso delle attività a settembre, sarà contraddistinta da nuovi numeri negativi: sappiamo, per esperienza diretta degli ultimi mesi, che queste previsioni sono da prendere con le molle e che il difficile periodo che stiamo vivendo non è stato in grado nella stragrande maggioranza dei casi di incidere sulle nostre abitudini di vita. Per fortuna.

Tuttavia, mentre il governo vara provvedimenti economici che molti osservatori giudicano positivamente, ma che sarà bene attendere diventino realmente operativi, credo che infondere fiducia in chi si sta riposando sia opera meritoria. Occupandomi di piccole e medie imprese, per me ciò significa raccontare storie di aziende che nonostante tutto funzionano e che possono tracciare la strada, più o meno simbolicamente, per tutte le altre. Ecco dunque la proposta: raccoglierò dalla stampa quotidiana notizie positive inerenti le nostre imprese e ve le riproporrò con un rapido commento.

Le notizie di questa settimana raccontano, da diversi punti di vista, il rapporto delle imprese italiane con il mercato internazionale. La prima riguarda la storica azienda Sambonet oggi di proprietà dei fratelli Coppo. L’azienda di pentole e posate, fondata a Vercelli nel 1856, ha recentemente acquistato Rosenthal, prestigioso gruppo tedesco delle porcellane. L’investimento è di 50 milioni di euro per chi ne ha fatturato 68 nello scorso anno: una grande scommessa che nasce dalla volontà di fare sinergia tra le due linee produttive e, soprattutto, dalla possibilità di acquisire la forte rete distributiva a livello europeo dell’azienda bavarese per far fronte ad una debolezza storica dell’impresa piemontese. Nei negozi Rosenthal d’ora in poi si potrà acquistare anche il prodotto Sambonet.

Senza nascondersi la difficoltà dell’operazione, aiutata dallo stato di amministrazione controllata in cui versa l’azienda tedesca, quante riflessioni si possono fare: la possibilità che la crisi di molti diventi l’opportunità per chi ha vissuto oculatamente i precedenti momenti di crescita economica, la voglia di crescere che molti imprenditori continuano a coltivare, l’attenzione alla qualità e allo sviluppo internazionale. In bocca al lupo.

Al Brennero prima, e poi in altri valichi di frontiera e porti, gli associati di Coltivatori diretti con nel primo caso la presenza e il sostegno del ministro dell’Agricoltura, il leghista Zaia, hanno affiancato le forze dell’ordine nelle ispezioni alle merci casearie in entrata in Italia. L’hanno soprannominata “Operazione verità: da dove arriva, dove va a finire” e l’idea è “semplicemente” quella di ottenere, come già per l’olio d’oliva, la tracciabilità del prodotto finito. Protezionismo no, informazione al consumatore sì: poi ciascuno è libero di comprare ciò che vuole e di pagarlo quanto crede giusto. E anche questo è un modo per difendere non solo imprese e occupazione, ma soprattutto l’identità dei nostri prodotti.

Infine, una notizia che ci riporta al passato. Siamo sempre stati bravissimi costruttori di grandi opere, e di dighe in particolare, ma forse ce ne stavamo dimenticando. Il gruppo Todini Costruzioni, la cui presidente Luisa Todini è spesso ospite di trasmissioni televisive, ha comunicato la recente vittoria di una gara internazionale per ampliare un’autostrada in Georgia. Non solo nella moda sembra di poter dire che il prodotto italiano è sinonimo di buon prodotto. «Ma la nostra vera unicità – sono parole della presidente – è un elemento intangibile: la capacità di integrare le diverse culture. Rispetto ai concorrenti cinesi o coreani che usano solo manodopera del loro Paese, noi lavoriamo sempre con maestranze locali. Significa insegnargli un mestiere e creare sviluppo».

All’estero si compra, all’estero si vende, all’estero si propone una chiara identità.