I risultati delle elezioni di mezza legislatura sono stati ormai talmente analizzati e interpretati da politici, esperti, commentatori, conosciuti o sconosciuti, che persino i canali televisivi che vivono di notizie cominciano a rendersi conto che la vicenda sta perdendo interesse. Anche le notizie sulle bombe nei pacchi spediti attraverso i cargo aerei non stanno attirando particolarmente l’attenzione del pubblico. Invece stanno riprendendo quota le storie sugli scandali e crimini delle celebrità e sul tempo.
Per quanto mi riguarda, solo due risultati delle elezioni mi sembrano abbastanza interessanti da meritare approfonditi studi, interpretazioni e giudizi, date le loro implicazioni per il futuro del Paese: il voto dei cattolici e quello degli ispanici. Oggi vorrei fare alcune annotazioni sul voto cattolico.
Grazie agli elettori preoccupati dalla situazione economica e dell’occupazione, il Partito Repubblicano ha guadagnato alla Camera dei Rappresentanti un numero storico di seggi. Gli exit polls condotti suggeriscono che il successo repubblicano potrebbe anche essere attribuito a un convergere del voto a sfondo religioso sul GOP. Alcuni sondaggi indicano una sovrapposizione tra cristiani evangelici “born -again” (rinati) e movimento del Tea Party.
Una ricerca commissionata dalla Faith and Freedom Coalition indica che, nel 2010, il 29% degli elettori dichiara di far parte degli evangelici; di questo gruppo il 39% è membro del Tea Party. A sottolineare la relazione, il 52% di chi si dichiara membro del Tea Party si professa evangelico. La maggioranza in entrambi i gruppi dichiara di aver votato in opposizione al presidente Obama e alla sua politica, considerando altamente prioritari il ripristino dei valori morali e la riduzione della spesa pubblica.
La Faith and Freedom Coalition, un’organizzazione conservatrice fondata l’anno scorso da Ralph Reed, ha corteggiato per tutta la campagna elettorale le comunità a ispirazione religiosa, spingendo gli elettori a votare candidati anti-abortisti di destra e utilizzando mail, telefonate e visite porta a porta. Il suo gruppo ha avuto successo in gran parte del Paese, specialmente nel Sud e nel Midwest, ha detto Reed in una conferenza stampa, indicando il senatore Marco Rubio in Florida e il governatore eletto nel Nuovo Messico, Susana Martinez, come quelli che meglio rispondono agli obiettivi sociali e fiscali del suo gruppo. Da notare che sia Rubio che Martinez sono ispanici, e sarebbe interessante sapere se il loro background è cattolico o evangelico.
Tutto questo poteva essere previsto con sufficiente sicurezza anche prima delle elezioni. Tuttavia, è interessante l’analisi condotta sui risultati dei sondaggi dal Forum su Religione e Vita Pubblica del Centro di Ricerca Pew, che mostra come un significativo numero di elettori cattolici, un gruppo favorevole al Partito Democratico nelle due precedenti elezioni, abbia votato nel 2010 per i Repubblicani.
Secondo questa analisi, il 54% dei cattolici ha votato per i Repubblicani, con un incremento di dodici punti rispetto al 2008; inoltre, il 59% dei bianchi cattolici ha appoggiato i Repubblicani, mentre il 39% ha votato per i Democratici (i bianchi protestanti sono tradizionalmente sostenitori dei candidati Repubblicani e questa volta il 69% ha votato per loro, con un incremento di sei punti sulle precedenti elezioni).
La sconfitta di molti cattolici pro-choice, favorevoli all’aborto, rappresenta una vittoria dei vescovi americani. A mio parere, questa vittoria crea un’opportunità per tutti i cattolici di approfondire le relazioni tra fede e politica, studiando come Papa Benedetto XVI metta i temi della difesa della vita e della famiglia in relazione con il resto della dottrina sociale cattolica.
Il Santo Padre ci indica che non possiamo ragionare semplicemente in termini di temi morali da sostenere o rifiutare, ma dobbiamo radicare l’insegnamento morale cattolico nel mistero di Cristo ed essere così guidati dall’attrattiva dell’esperienza dell’incontro con Lui. L’omelia del Papa alla consacrazione della Basilica della Sagrada Familia a Barcellona fornisce un esempio perfetto di questo approccio.
Altrimenti, di fronte a un miglioramento della situazione economica e dell’occupazione, chi rimarrebbe a testimoniare la bellezza e lo splendore della verità della vita in Cristo? Al livello più profondo, si tratta di superare “ la divisione tra la coscienza umana e la coscienza cristiana, tra il vivere in questo mondo temporale e l’essere aperti alla vita eterna, tra la bellezza delle cose e Dio come Bellezza”, di scegliere tra Zaccheo e la moralità pro-choice.