Nel momento in cui scrivo, il favorito nella corsa per il candidato Repubblicano alla presidenza degli Stati Uniti è Herman Cain, un imprenditore afroamericano che è riuscito a riportare a un notevole successo una catena di pizzerie che era sull’orlo del fallimento. A quanto pare, molti Repubblicani pensano che questa esperienza sia in grado di farne un buon presidente degli Stati Uniti. Cain si presenta come una persona simpatica e divertente, uno con cui sarebbe piacevole bere un paio di birre in un bar guardando una partita di calcio. La settimana scorsa, a un raduno di sostenitori a Harriman nel Tennessee, se ne è uscito con una delle sue battute. Affrontando il grave problema dell’immigrazione illegale negli Stati Uniti, ha detto che si sarebbe dovuta costruire una barriera elettrificata lungo il confine con il Messico, con un cartello con questo messaggio ai messicani: “Attenzione, pericolo di morte”. Secondo alcuni, ha anche aggiunto che da presidente avrebbe dispiegato lungo il confine soldati americani con fucili e pallottole vere.

Il pubblico ha riso e applaudito alla battuta. Domenica, durante un importante talkshow, Cain ha affermato che la sua esternazione sulla barriera elettrificata non doveva essere presa sul serio, perché stava solo scherzando e questo Paese oggi ha bisogno di “senso dell’umorismo”.

Questo è l’uomo che è in testa nella lista dei candidati del Partito Repubblicano alla presidenza degli Stati Uniti. Lascio le reazioni dei lettori al loro senso dell’umorismo. Da parte mia, conosco molte persone che sono sicuro non troverebbero divertenti questo tipo di osservazioni, penso alla popolazione ispanica degli Stati Uniti, legale o illegale, conservatrice o progressista, Repubblicana o Democratica.

I candidati Repubblicani alla presidenza si ritroveranno a Las Vegas in Nevada per un dibattito. Spero che trovino il tempo per guardare alla discussione in corso sull’importanza politica degli ispanici in questo stato. Nell’ultimo decennio, la popolazione del Nevada è cresciuta del 35%; gli ispanici valgono ora il 26% della popolazione. Ciò non è ancora probabilmente sufficiente perché gli ispanici siano il più potente gruppo di pressione politica nello stato, ma senza dubbio il voto ispanico non può essere ignorato se si vogliono vincere le elezioni in Nevada.

Nelle elezioni del 2010, molti erano convinti che il leader della maggioranza al Senato, il Democratico Harry Reid del Nevada, sarebbe stato rieletto proprio a causa dell’appoggio degli ispanici. Tuttavia, dato l’aumento della popolazione, si è ora reso necessario ridisegnare le circoscrizioni elettorali, creandone una nuova. Finora non se ne è fatto nulla per i contrastanti atteggiamenti verso l’importanza della presenza ispanica.

I Repubblicani, come il governatore, vogliono creare una nuova circoscrizione a maggioranza ispanica, mentre i Democratici, che controllano l’Assemblea legislativa, vogliono distribuire l’influenza degli ispanici su tutto il territorio dello stato. Il governatore ha già posto il veto a due proposte inviategli dall’Assemblea e, a quanto sembra, un supercomitato sta studiando una nuova configurazione delle circoscrizioni. Pare comunque evidente che entrambe le parti considerano importante il voto ispanico e credo che nessuno trovi divertente l’uscita di Cain.

Se fossi un politico, mi ricorderei che molti elettori ispanici sono ancora cattolici e, quindi, vorrei sapere come la Chiesa cattolica negli Usa si sta ponendo nei confronti della crescente importanza politica degli ispanici. Sono rimasto molto colpito dal discorso tenuto l’11 ottobre alla Loyola Marymount University dall’Arcivescovo di Los Angeles, José Gomez, su “Un’America più grande: la missione ispanica e la nuova evangelizzazione”.

Vorrei concludere con le sue parole: “L’America ha bisogno della nostra testimonianza, come uomini e come cattolici. Tutti nella nostra Chiesa siamo figli della missione ispanica in America. E l’America ha bisogno della nostra testimonianza, ora più che mai, per capire il suo carattere nazionale e il suo posto nella storia […] ha bisogno della nostra testimonianza cattolica ispanica per rinnovare la sua anima nazionale”. “Alla bella idea puritana della ‘città su un monte’, nella nostra evangelizzazione dobbiamo proporre la bella visione ispanico-cattolica dell’America come ‘el Camino Real’, la Strada Regale […]. Siamo pellegrini nella nostra vita di cristiani, lungo la strada verso la casa del Padre, il Regno di Dio”.

“Siamo chiamati a incontrare il nostro prossimo ovunque sia e ovunque lo incontriamo lungo la strada. Siamo chiamati ad accompagnarlo, a parlare con lui di Gesù e della Sua salvezza, a essere la luce nel mondo e a disperdere ogni oscurità […]. Dobbiamo proclamare e difendere la dignità della persona umana, la santità del matrimonio e la famiglia contro ogni forma di oppressione e contro ogni ideale pagano […] costruendo una cultura di carità e di verità, di misericordia e di giustizia”.