Un mio amico mi ha richiamato il fatto che, nell’attuale dibattito sull’immigrazione illegale tra i candidati alle primarie del Partito Repubblicano per le prossime elezioni presidenziali, gli immigrati illegali (per la maggior parte ispanici) sono citati semplicemente come gli “illegali”. Per il mio amico ciò implica che i candidati non considerano gli immigrati persone con problemi legali, ma come esseri completamente definiti dal loro status legale. Forse il mio amico ha dato troppo peso all’uso di quel termine, ma rimane il fatto che molti ispanici, simpatizzanti per il Partito Repubblicano per altri motivi e, comunque, contrari all’immigrazione illegale come ogni Repubblicano, cominciano a riconsiderare il loro appoggio al partito a causa del modo in cui viene affrontato il problema dell’immigrazione.

La questione immigrazione torna alla ribalta nel tentativo dei candidati Repubblicani di bloccare la nomina dell’ex governatore del Massachusetts Mitt Romney. Certamente, nessuno è in grado di dire con sicurezza quale sia in proposito la posizione reale di Romney, dato che le sue opinioni sembrano cambiare da una campagna elettorale all’altra. In questo momento sta cercando di presentarsi come un rigido conservatore, essendo la sua candidatura minacciata da destra, in particolare dal governatore del Texas Rick Perry e da Herman Cain, capo di una catena di pizzerie. È ormai noto come Cain risolverebbe il problema degli “illegali” (spaventandoli con battute su come potrebbero essere “fulminati” alla frontiera), mentre Perry e Romney, troppo occupati ad accusarsi l’un l’altro di essere troppo accondiscendenti, non hanno ancora rivelato nessun loro piano preciso. Una cosa è chiara: questo piano non tratterà bene i giardinieri clandestini (una sorta di archetipo dei messicani), cosa che Perry accusa Romney di voler invece fare, e non sarà comprensivo verso i clandestini ammalati portati al pronto soccorso, come invece vorrebbe fare Perry secondo Romney. Nel frattempo, gli ispanici guardano e ascoltano.

Il presidente Obama deve essere entusiasta di tutto questo. Sa di aver bisogno del voto degli ispanici, specialmente in stati decisivi come Nevada, New Mexico, Colorado, California e Florida. Tuttavia, ha avuto problemi con leader ispanici della base del suo partito disillusi dal mancato mantenimento delle promesse elettorali di una politica dell’immigrazione più comprensiva e aperta a provvedimenti per regolarizzare gli immigrati illegali. Guardando ciò che succede tra i Repubblicani, il presidente dovrebbe essere contento del modo in cui si stanno presentando agli ispanici.

La Cnn ha riferito che alcuni Democratici nel Congresso stanno in effetti discutendo la possibile presentazione di provvedimenti che consentano agli immigrati illegali di regolarizzare la loro posizione, pur sapendo che non hanno nessuna probabilità di venire approvati. Ma lo scopo reale è quello di sottolineare agli ispanici le differenze fra i Democratici e i Repubblicani nei loro confronti.

L’ultima volta che ho scritto su questo argomento, suggerivo ai leader cattolici di cogliere le opportunità offerte da questa situazione alla missione della Chiesa per una nuova evangelizzazione. Come esempio, riportavo citazioni dal discorso su una “America più grande” tenuto in questo mese dall’Arcivescovo di Los Angeles. L’Arcivescovo Gomez ha capito che l’esperienza ispanica della Chiesa deve essere integrata con un’esperienza cattolica americana così fortemente influenzata dal modo di pensare protestante.

La mia preoccupazione è di evitare che venga configurato un programma che possa poi essere ridotto a un ennesimo progetto politico. Il punto di partenza per un’autentica evangelizzazione non può essere un programma di riforma sociale o di azione politica, non importa quanto giusti o necessari. Il punto di partenza per un’autentica evangelizzazione è un’esperienza, l’esperienza dell’incontro con Cristo, crocifisso e risorto, l’esperienza ora della Sua vittoria sul peccato e sulla morte, non più di duemila anni fa, ma nel mezzo della confusione di oggi, qui e ora, l’esperienza della vera natura e origine della dignità di ogni persona, legale o illegale.