Rachel Maddow è una delle persone più istruite (dottorato in Scienze politiche all’Università di Oxford) nel mondo dei notiziari politici delle TV via cavo. È anche una persona arguta, tagliente, ma tranquilla e divertente, capace di analisi e con verve satirica. E moderatamente political correct.

Il suo show va in onda sul canale MSNBC ogni sera dal lunedì al giovedì in prime time, e viene ripetuto in tarda serata. Poi c’è la moltitudine di blog, suoi, contro di lei, che lei apprezza o detesta, etc. La sua ideologia è senza dubbio di sinistra o progressista, come si può immaginare, ma con una dimensione intellettuale che manca ad altri commentatori politici nelle TV, sia progressisti che conservatori.

La settimana scorsa, Maddow ha incluso nel suo show un’analisi del recente documento vaticano intitolato “Per una riforma del sistema finanziario internazionale nella prospettiva di un’Autorità pubblica a competenza universale”, emesso dal Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace. Per quanto ne so, questa è solo la seconda volta che nei notiziari delle TV via cavo si parla a fondo di questo documento, anche se i media conservatori hanno spesso riportato notizie sul suo rifiuto da parte di ambienti conservatori, specialmente cattolici. L’altra discussione favorevole sul documento è avvenuta alla CNN da parte di Wolf Blitzer.

Non sono rimasto sorpreso per l’opinione favorevole di Maddow, perché su alcuni punti il documento è, in effetti, “alla sinistra” dell’attuale pensiero progressista americano. A quanto pare, Maddow è cresciuta in un ambiente cattolico conservatore, ma adesso, come molti altri intellettuali cattolici progressisti, è in forte disaccordo con l’insegnamento della Chiesa sulle questioni relative alla vita e alla sessualità. Infatti, nella stessa occasione in cui ha elogiato il documento vaticano, ha anche attaccato duramente i vescovi cattolici americani per non aver dato a questo documento un’importanza primaria nella loro dichiarazione sulle materie rilevanti per la scelta di voto dei cattolici nelle prossime elezioni, preferendo invece dare evidenza al problema dell’aborto, ad altri temi collegati alla vita, alla contraccezione e alla natura del matrimonio. (La dichiarazione dei vescovi è stata resa pubblica durante l’annuale assemblea tenuta a Baltimora la scorsa settimana).

Ancora una volta abbiamo di fronte un esempio di “educazione cattolica”, nella scuola, al catechismo o in famiglia, che non riesce a far emergere il legame inscindibile tra il giudizio della Chiesa su aspetti morali concreti e la fede nel Mistero di Cristo che svela la verità sulla personalità umana. Ancora una volta ci troviamo di fronte alla tragica separazione tra ragione e fede. 
L’amministrazione Obama è piena di consiglieri cattolici di questo tipo, che condividono con Maddow l’incapacità di concepire il Mistero di Cristo come il filo che lega insieme gli elementi della dottrina sociale cattolica. Il risultato è un fraintendimento delle posizioni cattoliche da parte di  Obama, che infatti rimane sorpreso dall’intransigenza dei vescovi su alcuni punti. Per questa ragione, l’incontro tra Obama e l’Arcivescovo Timothy Dolan di New York, il nuovo presidente della Conferenza episcopale, è decisamente una buona notizia. Sembra, infatti, che Dolan sia rimasto colpito dalla volontà del Presidente di capire meglio il punto di vista cattolico. É senza dubbio necessario un dialogo con l’Amministrazione, ma ve ne forse bisogno anche tra gli stessi cattolici.