Negli ultimi tre anni, l’istituto di ricerca Gallup ha condotto un sondaggio su mille americani, selezionati casualmente, per misurare in qualche modo il grado della loro “felicità”. Le domande poste vertono su cose tipo lo stato emozionale, la soddisfazione nel lavoro, le abitudini alimentari, le preoccupazioni per la salute o il livello di stress.  

Si ritiene che questi e altri aspetti possano dare un’indicazione della qualità della vita negli Stati Uniti di oggi. Secondo un articolo di  Catherine Rampell sul NY Times di domenica scorsa, le informazioni tratte dal sondaggio vengono usate per calcolare un indice, denominato “Gallup-Healthways Well-Being Index”, ripartito per aree geografiche e secondo altri criteri demografici.

Quest’anno, il NY Times ha chiesto a Gallup di presentare i risultati descrivendo le caratteristiche della persona che, dal sondaggio, risulterebbe come “la persona più felice” dell’America odierna.

Ecco la descrizione fornita da Gallup: la persona più felice oggi in America è maschio (sia questo anno che l’anno scorso, secondo il sondaggio negli Stati Uniti gli uomini sono più felici delle donne), americano di origine asiatica, ebreo osservante e attorno ai 65 anni (anche qui, come l’anno scorso, gli anziani sono più felici delle persone di mezz’età). Inoltre, è sposato, con figli,  vive alle Hawaii e guadagna circa 130000 dollari all’anno occupandosi dell’azienda di sua proprietà.

Basandosi su queste informazioni, il NY Times ha provato a cercare una persona reale che corrispondesse alle caratteristiche descritte, ed è riuscito a trovarla.

Secondo il Times, la persona oggi più felice in America è un uomo di nome Alvin Wong, alto quasi 1,78, cino-americano, 69 anni, ebreo osservante, sposato con figli, e che vive a Honolulu. Con la sua azienda operante nel settore sanitario guadagna circa 120000 dollari all’anno.

Il NY Times ha chiesto al signor Wong quale fosse la sua filosofia sulla felicità: cosa rende la vita felice? La sua risposta non è stata propriamente aristotelica, né platonica, neppure stoica, etc. Ha detto semplicemente: “Se non riesci a ridere di te stesso, la tua vita rischia di essere piuttosto terribile”.

 

Non so come definire esattamente questa posizione filosofica nella quale la perfezione umana è descritta o misurata con la capacità di ridere di se stessi, ma se è vera, allora io sono una delle persone più felici di questo mondo.

Nella ricerca vi sono altri dettagli interessanti circa la propensione al ridere, per esempio le donne ridono più degli uomini e gli ispanici più di ogni altro gruppo etnico, con questa graduatoria: ispanici, asiatici, neri, bianchi e poi gli altri. In generale, tra i 30 e i 34 anni si ride di più, poi vengono quelli da 65 anni in su, mentre tra i 45 e i 54 anni si trovano quelli che ridono di meno.

Il sondaggio Gallup indica anche dove si è più infelici oggi negli USA e il poco ambito primo posto va a Detroit, Michigan. A proposito, il minor numero di persone sorridenti è stato trovato in West Virginia.

 

Questo articolo e le informazioni che contiene potrebbero confermare l’impressione che molti hanno circa l’incapacità degli americani ad avere un senso profondo di ciò che è realmente la vita, dato che il loro idolo è il successo materiale e professionale. Personalmente non penso che le cose stiano così, ma che invece l’americano medio desideri ciò che tutti vogliono, cioè, una famiglia, la sicurezza per la famiglia, la salute, la pace e la libertà dello spirito. A mio parere, l’affermazione del signor Wong indica che la strada verso questa felicità includa anche il non prendersi troppo sul serio.