Non se n’è parlato molto. Il marasma generale provocato dal dibattito sulla giustizia e le consuete polemiche pre-elettorali hanno fatto passare quasi sotto silenzio una delle misure più importanti mai adottate a sostegno delle nostre imprese.

La Camera ha infatti approvato lo Statuto delle imprese (la cosiddetta legge Vignali) in prima lettura il 15 marzo scorso. Perché parlarne ora, a più di un mese di distanza? Proprio per i motivi sopra esposti. Perché ci si avvia all’ennesimo scontro elettorale fondato sul nulla. Occorre quindi che i cittadini sappiano che oltre a quello di cui parlano i giornali c’è dell’altro.

Lo Statuto delle imprese è il paradigma della volontà di una certa classe politica di farsi davvero carico dei problemi reali che permeano in maniera strutturale il nostro sistema-Paese. È inoltre la dimostrazione che il Governo italiano è tutto fuorché antieuropeista. È stato raggiunto un risultato importantissimo, grazie soprattutto al rapporto di fiducia costruito negli anni tra Commissione europea e Governo italiano. Lo Statuto delle imprese è infatti la perfetta trasposizione dello Small business act, adottato dalla Commissione europea nel 2008. Un documento strategico importante non solo per il futuro delle politiche europee a favore delle Pmi, ma per tutta l’Unione europea.

Il rilancio dello Small Business Act deve attuarsi in linea con gli obiettivi della Strategia Europa 2020 e tutte quelle azioni volte a facilitare la crescita delle Pmi attraverso la semplificazione e il sostegno non solo agli investimenti, ma anche per le sfide che la globalizzazione e il cambiamento climatico portano oggi.

La Commissione europea, attraverso il Commissario Tajani, ha già fatto sapere che intende muoversi esattamente in questa direzione. In primo luogo, la semplificazione: diventare imprenditore deve essere sempre più facile e meno costoso. L’obiettivo dichiarato è quello di poter costituire un’impresa in tre giorni con una spesa di 100 euro. In secondo luogo, l’accesso al credito: rafforzamento dei sistemi di garanzia sui prestiti, che siano in grado di sostenere gli investimenti e la crescita, anche nel quadro della futura programmazione finanziaria.

Ci sono poi una serie di migliorie sul fronte dell’accesso ai mercati e su quello della lotta alle clausole commerciali abusive. Nel panorama dell’economia europea le Pmi rappresentano il 99% di tutte le imprese e danno lavoro a quasi cento milioni di europei. In sede europea si sta discutendo di una revisione del documento. È fondamentale continuare nell’azione di rafforzamento e sostegno delle Piccole e medie imprese per rinvigorire la crescita, puntando contemporaneamente su una maggiore competitività e sull’innovazione.

Lavorare per il successo delle nostre Pmi va ben oltre la pura economia. Vuol dire creare le premesse per un benessere diffuso in Europa, perché un sistema di imprese di successo è il principale sostegno alla crescita di tutti i paesi europei, che da anni chiedono a gran voce un aiuto concreto per rilanciare l’occupazione.