Questa settimana mi hanno chiesto di partecipare a un dibattito su Dorothy Day, la fondatrice del “Catholic Worker Movement”. Il racconto della sua vita descrive come nessun altro la storia della Chiesa cattolica negli Stati Uniti nell’ultimo secolo e il giudizio che si dà sulla sua vita è significativo di come i cattolici americani guardino alle sfide e alle opportunità del ventunesimo secolo.
Dorothy Day nacque a Brooklyn, NY, l’8 novembre del 1897 e morì il 29 novembre del 1980. Devo confessare che non sapevo molto di lei negli anni ‘60 e ‘70, a parte il fatto che era una cattolica discussa, pacifista, femminista e, forse, socialista, che aveva irritato molte persone autorevoli nella Chiesa (succede tuttora di tanto in tanto). Sapevo, inoltre, della sua opposizione al bombardamento atomico di Hiroshima, ma solo di recente ho letto il suo straordinario editoriale in proposito, di cui riporto di seguito alcuni stralci per dare un’idea del suo stile:
“Mr. Truman era esultante. Il presidente Truman. Vero uomo (NdT: true man, cioè vero uomo); che strano nome, viene da pensare. Si dice di Gesù Cristo che è vero Dio e vero uomo. Truman è un vero uomo del suo tempo, poiché era esultante… hanno detto i giornali. Jubilate Deo. Abbiamo ammazzato 318.000 giapponesi…
Jubilate Deo. Il presidente Truman era esultante. Abbiamo creato. Abbiamo creato distruzione. Abbiamo creato un nuovo elemento, chiamato plutonio. La natura non ha nulla a che fare con esso… Prodotto in una caverna e poi testato in un deserto, nel mezzo di una tempesta, testato, e poi ancora alla vigilia della Festa della Trasfigurazione di Nostro Signore Gesù Cristo, in una lontana isola dell’emisfero orientale, testato ancora, ‘una nuova arma che potrebbe plausibilmente spazzare via l’umanità,e forse il pianeta stesso’.
‘Abbiamo investito due miliardi nella più grande scommessa scientifica della storia e abbiamo vinto’ ha detto il presidente Truman esultante… Scienziati, militari, grandi università (inclusa Notre Dame) e capitani di industria, sono stati tutti citati nella stampa per il loro contributo alla realizzazione della bomba, e altre bombe sono ora in produzione, ci assicura il presidente…
Tutti dicono: ‘Mi chiedo cosa pensi il Papa di tutto ciò’. Tutti si rivolgono qui al Vaticano per avere un giudizio, anche se poi non sembrano ascoltarne la voce! Ma il Signore stesso ha già pronunciato il Suo giudizio sulla bomba atomica. Quando Giacomo e Giovanni (il prediletto) volevano che cadesse fuoco dal cielo sui loro nemici, Gesù disse: ‘Non sapete di che spirito voi siete. Il Figlio dell’Uomo è venuto non per distruggere le anime, ma per salvarle’. E disse anche: ‘Ciò che fate al più piccolo di questi fratelli, lo fate a me’”.
Questo era il modo in cui giudicava qualunque cosa, vedeva e sperimentava tutto dal punto di vista dei poveri, di quelli che non hanno nulla se non la loro esistenza come domanda a noi. Non era una visione basata su un’ideologia politica o economica. Era originata dalla sua conoscenza di Cristo, una conoscenza ottenuta attraverso la sua personale Via Crucis, nella ricerca di seguirLo. Basti pensare alle questioni di cui si occupava: il lavoro, la copertura assicurativa dei disoccupati, l’aiuto a madri e bambini, i problemi della salute e della casa… questioni che il Paese ha tuttora di fronte a sé.
Nel 1932, andò come giornalista a Washington in occasione di una “Marcia della fame” per richiedere il riconoscimento di questi diritti, una causa che lei sosteneva, ma non partecipò alla Marcia, perché era organizzata dai comunisti. Andò, invece, al santuario nazionale dell’Immacolata Concezione, era l’8 di dicembre, appunto la festa dell’Immacolata Concezione. “Ho detto una preghiera speciale, una preghiera accompagnata da lacrime e angoscia, che mi si aprisse una via per usare i talenti che mi erano stati dati per i lavoratori, per i poveri, miei compagni”. Il giorno dopo, tornata a New York, incontrò Peter Maurin, un immigrato francese trent’anni più vecchio di lei, che sarebbe diventato il suo compagno spirituale nella fondazione e crescita del Movimento cattolico dei lavoratori.
Molti cattolici si chiedono oggi come affrontare i problemi presenti, che rimangono fondamentalmente gli stessi, al di là di cambiamenti superficiali. Come ci muove la nostra fede per generare una società più umana, per costruire una cultura della vita? La testimonianza di Dorothy Day è lì per spingerci e guidarci.
La Santa Sede ha autorizzato l’inizio del processo che potrebbe portare alla sua canonizzazione. Una volta lei disse che non voleva essere chiamata santa, perché “non voleva essere liquidata così facilmente”. Ma è solo attraverso i Suoi santi che il Signore crea un nuovo mondo.