Lunedì scorso si è spento all’età di 98 anni l’ex parlamentare europeo Otto d’Asburgo, uno dei personaggi simbolo della ricostruzione europea, un uomo che ha vissuto da protagonista tutte le epoche storiche che hanno attraversato il nostro continente nel secolo scorso.

Erede dell’ultimo imperatore austro-ungarico, Carlo I, Otto d’Asburgo viene ricordato come un europeo convinto, un ardente militante della causa dei paesi dell’Europa centrale e orientale, sia nel periodo della dittatura comunista, sia per la loro entrata nell’Unione europea.

Nato nel 1912, Otto d’Asburgo era destinato a salire sul trono, ma la dissoluzione dell’impero austro-ungarico nel 1919 ha cambiato il suo destino e lo ha portato sulla via dell’esilio. Sballottato tra diversi paesi dopo l’espulsione della famiglia imperiale, il giovane Otto, privato del padre nel 1922, ha compiuto i suoi studi tra Spagna e Belgio.

Riammesso in patria sotto la dittatura “austro-fascista” di Kurt Schuschnigg, viene di nuovo espulso dopo l’annessione dell’Austria alla Germania nel 1938. L’erede imperiale, mantenendo la speranza di restaurare la monarchia, non fermò mai la sua opposizione a Hitler.

Rifugiatosi negli Stati Uniti durante il secondo conflitto mondiale, partecipò alla campagna per il ritorno di un’Austria indipendente al fianco del Presidente Roosevelt e del Primo Ministro britannico Churchill. Questo punto venne inserito nel 1943 tra gli obiettivi di guerra degli Alleati. Ma dopo la guerra il nuovo Governo di Vienna si oppose al ritorno dei nobili esiliati.

Cattolico e fervente anticomunista, Otto d’Asburgo vedeva nel cristianesimo un valore capace di unificare l’Europa divisa tra est e ovest. Si è battuto con tutte le sue forze per questo ideale. Nel 1973 venne eletto Presidente dell’Unione paneuropea, carica ricoperta fino al 2004. Nel 1979, con la prima elezione a suffragio universale dei membri del parlamento europeo, entrò a far parte dell’assemblea di Strasburgo nella lista del partito tedesco Cdu/Csu (la democrazia cristiana tedesca).

È stato uno dei più presenti, uno dei più amati e rispettati tra i deputati durante i suoi 20 anni di mandato. Con Otto d’Asburgo perdiamo un grande europeista che ha contribuito alla caduta pacifica della cortina di ferro. Una sua iniziativa, “Pic-nic paneuropeo”, organizzata nel 1989 nei pressi del confine austro-ungherese, ha permesso a 600 tedeschi dell’ovest di tornare a casa.

È stata una figura emblematica della storia europea del XX secolo. Otto d’Asburgo è riuscito a prefigurare quella che doveva essere l’Europa del XXI secolo: un’Europa esigente, fiera dei suoi valori e della sua cultura, aperta e tollerante, un’Europa coraggiosa e responsabile.

Otto d’Asburgo, insieme ai padri fondatori dell’Europa unita, è tra i fautori di uno dei successi politici più importanti della storia della nostra civiltà. Un successo che è stato costruito partendo dagli ideali del cristianesimo, unico e vero patrimonio di cultura e identità dei popoli europei.