La seduta plenaria di Strasburgo di questa settimana è coincisa con il giro di boa della legislatura europea. Il Parlamento europeo ha un nuovo Presidente, il socialista tedesco Martin Schulz. È iniziato ufficialmente anche un nuovo semestre di presidenza del Consiglio europeo. La presidenza danese ha subito dichiarato che la priorità è quella di garantire un’economia europea responsabile. Come ha detto Joseph Daul, Capogruppo del Partito popolare europeo, la nuova presidenza del Consiglio “deve essere politica”, poiché “i tempi in cui viviamo richiedono che gli attori europei non si limitino a oliare gli ingranaggi o costruire ponti, ma siano attori impegnati che si fanno sentire”.
Per quanto riguarda Schulz, auspico che, con responsabilità appunto, sappia ora abbandonare la casacca partigiana di Presidente del Gruppo socialista e democratico per indossare quella super partes e di pieno equilibrio necessaria per presiedere l’Assemblea di Strasburgo. Il nuovo Presidente, che si può definire a tutti gli effetti una creazione di Silvio Berlusconi, dovrà cambiare completamente il suo modo di agire. Dovrà in ogni circostanza difendere strenuamente non solo il ruolo centrale del Parlamento europeo, ma anche il metodo comunitario contro le miopie intergovernative. Il Parlamento europeo ha il compito di salvare il progetto europeo da derive improvvide di tipo nazionalistico.
A mio modo di vedere, un’Europa più responsabile è innanzitutto un’Europa che sia consapevole del pericolo che corre. E oggi l’ostacolo più grande è la leadership europea. Non è l’euro a essere in pericolo. Nella zona euro ci sono paesi che hanno condiviso, sì, la moneta, ma non il senso di una leadership politica. La situazione peggiore è l’immobilismo della nostra leadership continentale. Soprattutto per quei paesi in difficoltà che hanno l’estremo bisogno di essere trainati dalla forza del colosso europeo.
Questa settimana abbiamo discusso del cosiddetto “Fiscal compact”, il nuovo patto di bilancio che dovrebbe essere uno dei pilastri sul quale ricostruire una ripresa dell’eurozona. Il governo italiano deve sostenere le richieste del Parlamento europeo e chiedere che venga varata subito un’agenzia pubblica europea di rating. Il presidente Monti deve prendere in considerazione di non sottoscrivere il trattato sull’Unione fiscale se nello stesso non saranno esplicitamente ridimensionati i criteri di rientro del debito pubblico e non saranno introdotti gli eurobond. Solo così rilanceremo il nostro contributo per un’Europa unita e forte, utile a tutti.
Il Governo polacco, che ha appena concluso il proprio mandato alla presidenza del Consiglio europeo, deve essere preso ad esempio dai successori, soprattutto perchè non ha mai perso di vista la vera priorità che abbiamo in questo momento, quella cioè di riaffermare l’unità come unica e invincibile arma per scongiurare pericoli che vanno oltre la nostra immaginazione, ma che sono più reali di molte previsioni che ci rendono soltanto presuntuosi agli occhi del mondo e dei nostri cittadini.