“Più unità, più libertà, più Europa, più futuro”. Termina così l’appello che ho sottoscritto insieme ai capidelegazione di Udc e Futuro e libertà al parlamento europeo. 

Il Governo che guiderà l’Italia a partire dal 2013 avrà la grande responsabilità di portare il paese fuori dalla crisi. La divisione delle forze di centro destra rischia di consegnare il paese nelle mani di Vendola, Di Pietro e Bersani, che rappresentano una sinistra ideologica, fortemente minoritaria nel Paese. Dobbiamo lavorare insieme per far capire a tutti di cosa ha bisogno l’Italia di oggi e cosa dobbiamo fare per il futuro del progetto europeo. Sarebbe folle cercare di recuperare consenso accodandoci, in maniera confusa, ai già troppi promotori dell’antipolitica, che fanno dell’antieuropeismo un cavallo di battaglia che ha molta presa sulla pancia dei cittadini. La nostra mossa a sorpresa non può essere quella di cercare di far ricadere sull’Europa la responsabilità per quanto non riusciamo a fare da vent’anni. Dobbiamo rialzare la testa ed aprire un dibattito vero, su temi veri, perché il popolo è stufo di campagne elettorali basate sul nulla. Ci sono ancora le condizioni per riunire tutti coloro che credono nel valore della vita e della famiglia; che vogliono costruire una economia sociale di mercato; che intendono investire in solidarietà e sussidiarietà per uscire da questo momento difficile; che credono che l’Europa sia una indispensabile opportunità ed una fonte di pace e stabilità per le nostre comunità; che ritengono che la libertà individuale sia un principio inviolabile; che per queste ragioni auspicano una nuova stagione costituente per il nostro paese.

In alternativa a questa visione vi è solo una ricetta, vecchia e inadeguata, che è quella del “tassa e spendi” proposta dalla sinistra italiana. Una visione che concepisce i cittadini al servizio dello Stato, e non lo Stato al servizio dei cittadini. Per salvare l´Italia e restituirle competitività e credibilità, abbiamo sottoscritto un appello a tutti coloro che si riconoscono in questi valori e in questo programma, affinché prevalgano le ragioni che uniscono su quelle che hanno diviso, con una proposta politica che interpreti e rappresenti i sentimenti della maggioranza degli italiani.

Il congresso del PPE che avrà luogo a Bucarest la prossima settimana è l´occasione per rompere gli indugi e ripartire tutti insieme. Per la prima volta negli ultimi vent’anni, o forse più, la campagna elettorale che darà al nostro paese un nuovo esecutivo avrà come tema principale l’Europa. Così come è avvenuto in Grecia, o più recentemente in Olanda, assisteremo ad una lotta tra partiti più o meno europeisti, più o meno nazionalisti. Più o meno a favore dell’euro. Disposti o meno ad una ulteriore, importante, cessione di sovranità all’Unione europea, alla quale tutti i paesi membri sono chiamati a legarsi sempre più saldamente, per non farsi spazzare via da una crisi che deriva anche da una evidente debolezza istituzionale.

La responsabilità che in un contesto come quello odierno detengono il Popolo della Libertà e i partiti che condividono l’esperienza del Partito popolare europeo è enorme. Siamo la seconda delegazione più grande all’interno del gruppo del PPE, la forza politica che più di tutte le altre ha contribuito alla costruzione del progetto di Europa unita. Siamo i maggiori responsabili del più grande periodo di prosperità e sviluppo della storia del continente.

E’ arrivato il momento di superare gli equivoci, mettendo tutto il nostro impegno per un vero rinnovamento. La proposta che abbiamo avanzato da Bruxelles è l’unico progetto innovativo e affascinante attraverso il quale possiamo far comprendere ai cittadini perché abbiamo bisogno di più Europa per uscire dalla crisi e per recuperare competitività nei confronti del resto del mondo. L’Italia ha bisogno di un nuovo centrodestra, che sia l’espressione di una storia positiva e vitale, la stessa di chi ha reso possibile all’Europa di ridestarsi dalle ceneri della guerra mondiale.