Lo tsunami del voto siciliano trascina fuori dall’Assemblea regionale il partito di Fini, l’IdV di Di Pietro-Orlando e la Sinistra Ecologia e Libertà (Sel) di Vendola-Fava. Nuovo governatore dell’Isola è Rosario Crocetta, già sindaco antimafia di Gela, sostenuto da un’alleanza inedita Pd-Udc, mentre il Movimento 5 Stelle risulta il partito più votato con quasi il 15% di consensi. Decapitato il Pdl (-20% rispetto al 2008), che sperava con Nello Musumeci di avviare dalla Sicilia una rinascita che abbracciasse tutta la Penisola. Dalle urne esce sconfitta anche l’alleanza Lombardo-Miccichè-Fini. Il partito autonomista dell’ex governatore perde il 4% dei consensi e la sua pattuglia di consiglieri regionali dimagrisce notevolmente.
Il reale vincitore, tuttavia, risulta il partito dell’astensione, che ha coinvolto il 52% degli elettori, segno di un distacco difficilmente sanabile fra partiti tradizionali e società siciliana.
Adesso si pongono due questioni.
La prima è recuperare la società siciliana a un dialogo positivo con la politica. Il voto ha scardinato, con l’effetto congiunto astensione-protesta, l’assetto partitico tradizionale, a struttura prevalentemente clientelare, per cui si sono aperti spiragli per forze riformatrici della società civile e per l’impegno di volti nuovi.
La seconda, di più breve periodo, riguarda la governabilità di una Regione che rischia il default. Il neo governatore Rosario Crocetta non ha la maggioranza all’Assemblea regionale e, dalle prime dichiarazioni, ha lasciato trapelare l’intenzione di non voler seguire la pratica del predecessore che, eletto con l’appoggio del Pdl, si alleò strada facendo con l’allora partito di opposizione, il Pd. Crocetta sostiene che cercherà la maggioranza all’Ars sui singoli provvedimenti. Una scelta per non scontentare i propri elettori e, al tempo stesso, per tendere una mano, da una parte, ai grillini che non hanno intenzione di stringere alleanze politiche con altri partiti, ma sono disponibili a votare buone leggi e, dall’altra, ai consiglieri della coalizione Miccichè-Lombardo, già adusi ad alleanze trasversali.
In un momento di crisi gravissima per l’Isola, un governo senza maggioranza stabile rischia però di perpetuare quella situazione di precarietà politica che ha rappresentato uno dei mali più pesanti dell’ultima legislatura.
Per cui, al di là delle dichiarazioni del primo momento, o Crocetta riuscirà a realizzare una grande coalizione per contrastare l’emergenza o presto si dovrà ritornare alle urne.